"Cri, sei stato con me sin dall'inizio, ti ho accolto tra le mie braccia quando non ancora aprivi gli occhi al mondo, lo stesso mondo che poi ti ha tradito. Voglio ricordare quando da bambino eri nel lettone con me e inventavamo storie fantastiche per ore ed ore, fino ad addormentarci insieme, oppure quando, a San Valentino, mi lasciavi messaggi d'affetto nascosti per casa. Io e te siamo stati sempre, insieme, alla ricerca della felicità e di un posto nel mondo, posto che adesso, senza di te, sarà più buio. Il vuoto che resta lascia sgomenti me e tutti quelli che ti vogliono bene, che sono qui a ricordare il ragazzo che eri e l'uomo che saresti stato, perché saresti stato un grande uomo ed io sarei stata fiera di te, come lo sono sempre stata. Spero che la tua assenza possa esser di monito ai tanti giovani qui presenti, che siano loro a cambiare questo mondo marcio e a renderlo un posto migliore. Desidero che comprendano l'importanza della famiglia, luogo per crescere e prepararsi alle asperità della vita. Chiedo ai genitori di stringere forti i propri figli, chiedo ai nonni, agli zii, a fratelli e sorelle di non darsi mai per scontati e che si stringano l'uno all'altro. Fatelo per me, e anche al mio posto, abbracciatevi e ricordatevi sempre di esserci gli uni per gli altri. Con tutto l'amore, a te adorato... le tue nonne e mamma''.
 
Questa la lettera della nonna Olga, letta durante il funerale del nipote nella chiesa, che si sono svolti oggi pomeriggio, alle 17, nel santuario dell'Assunzione della Beata Vergine Maria, a Rosciano (Pe), il paese dove Christopher Thomas Luciani è cresciuto, ucciso a Pescara domenica scorsa, con 25 coltellate nel parco Baden Powell (oggi chiuso su ordinanza dle sindaco di Pescara), ammazzato per un debito di droga, di circa 240 euro e per altri 70 euro che doveva restituire, a due suoi coetanei. Rosciano si è fermata per salutare per l’ultima volta Crox, come lo chiamavano gli amici. Il sindaco, Simone Palozzo, ha proclamato il lutto cittadino, così come ha deciso di fare pure il sindaco di Pescara, Carlo Masci .
 
Ad ascoltare le parole di nonna Olga una folla silenziosa, soprattutto tanti ragazzi, ma anche mamme e papà che hanno accompagnato i figli, poi amici, parenti e gente comune, tanti dentro e fuori il santuario, in piazza XXIV Maggio. Alla funzione, celebrata da Tommaso Valentinetti, arcivescovo metropolita di Pescara-Penne, e dal parroco don Mario Spadaccini, hanno preso parte il prefetto di Pescara, Flavio Ferdani, il questore del capoluogo, Carlo Solimene, il governatore abruzzese, Marco Marsilio, il comandante provinciale dei carabinieri di Pescara, Riccardo Barbera. Tra loro anche don Antonio Coluccia, prete salentino, che vive da anni sotto scorta e che combatte la droga e gli spacciatori nelle strade e nei quartieri di Roma. Una partecipazione che moti hanno interpretato come un forte messaggio rivolto all'intera comunità abruzzese e come l'assassinio di Thomas abbia colpito l'opinione pubblica italiana.
 
"Questa terra dove Cristopher è morto è una terra che non ci appartiene, non ci può appartenere. Mi sono capitati, durante la vita sacerdotale, 7 bambini morti nel terremoto di San Giuliano di Puglia, ma anche questo ora è molto difficile. Mi sono fatto esame di coscienza... – ha detto nella sua omelia monsignor Valentinetti -. La responsabilità di un atto così violento, di una morte così precoce, 17 anni... un po' meno, chi se la porta addosso? Chi ha compiuto i gesti che non doveva compiere, certo, ma credo sia il momento di riflettere per un'assunzione di responsabilità collettiva. Se avvengono questi fatti, se i ragazzi diventano incontrollabili, è una responsabilità che tutti dobbiamo assumerci, non puntare il dito l'uno contro l'altro. La responsabilità non è solo di una persona o di una realtà... Non si abbandonano i ragazzi... non può essere così. Istituzioni, scuola famiglia, Chiesa, tutti debbono avere un sussulto di responsabilità – ammonisce monsignor Valentinetti -. Queste cose non sono giustificabili, non sono comprensibili. La presenza di tanti ragazzi qui; tanti fiori portati, anche oggi, nel luogo dove è morto Cristopher, vuol dire che si può avere un sussulto di umanità e un sussulto di verità, un sussulto che deve far cadere le armi da mani violenti, che deve far allontanare la droga che è la nuova lebbra che sta attanagliando la gioventù. Bisogna non allontanarsi da chi vive il disagio, ma rispondere scendendo per strada, toccare questa realtà e toccarla col nostro impegno. Mi appello, dunque, a coloro che già tanto fanno, che hanno responsabilità di amministrazione, di controllo e di governo: bisogna fermare i mercanti di morte".   
 
Al termine della funzione religiosa, applausi hanno accolto, all'ìuscita, la bara bianca, mentre in aria sono stati liberati palloncini bianchi, e, dagli amici è stata intonata la canzone "Rondini al guinzaglio" di Ultimo... "Portami con te/ Portami con te/ Dove tutto si trasforma/ Dove il mondo non mi tocca/ E portami con te/ Portami con te...". 28 giu. 2024
 
FILIPPO MARFISI
 
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