Lanciano. Morte Anna Maria D'Eliseo: esame Dna sul marito. Ancora fitto il mistero

Sul decesso della collaboratrice scolastica Annamaria D’Eliseo, 60 anni, di Lanciano (Ch), la procura accelera le indagini e va in cerca di riscontri esterni.

Investigatori e inquirenti lavorano per accertare se si è trattato di suicidio oppure omicidio. Intanto è stato disposto il sequestro di un pezzetto di filo elettrico trovato tra i capelli della donna in sede di autopsia, effettuata all’ospedale di Fermo dal medico legale Cristian D’Ovidio, consulente dei pm Serena Rossi e Francesco Carusi.

Un filo elettrico infatti era attorcigliato al collo della vittima, deceduta nella cantina – garage esterna alla villa di famiglia, lo scorso il 15 luglio. Inoltre effettuato un prelievo per l’esame del dna, al marito Aldo Rodolfo Di Nunzio, 70 anni, ex vigile del fuoco, sospettato di omicidio volontario. Nei giorni scorsi nella caserma dei carabinieri gli è stato fatto un tampone salivare.

A due mesi e mezzo dal terribile evento non ancora viene chiarito se Annamaria si sia tolta la vita o se non si sia trattato di una tragedia. L’indagato, difeso dagli avvocati Fiorenzo Cieri e Claudio Nardone, ha sempre respinto ogni responsabilità. L’indagine è molto complessa e, agli accertamenti tecnici, si attende la relazione conclusiva dell’autopsia per chiudere il quadro probatorio. Un giallo ancora da dipanare quello avvenuto in località Iconicella di Lanciano. 

Ci sarebbe poi da approfondire un'altra circostanza: il sangue e gli organi interni della donna hanno rivelato tracce di sedazione. Ci saranno esami tossicologici da parte dei periti D’Ovidio, Riccardo Di Tanna, per il marito, e Ildo Polidoro per i figli della vittima, patrocinati dall’avvocato Elisabetta Merlino. Si cerca l’esistenza, eventuale, di una sostanza con potenti proprietà analgesiche.

Altro fatto saltato fuori sarebbe che Annamaria avrebbe fatto testamento quattro mesi prima della sua fine. Da capire perché una donna ancora giovane avesse fatto tale strana scelta.

Quanto agli ulteriori rilievi tecnici effettuati in cantina dai carabinieri restano ancora dubbi. Non sarebbe stato trovato con certezza il punto di appoggio dove la donna avrebbe potuto infilare il filo elettrico per uccidersi. Tutta colpa di una ragnatela intatta che copriva la sospetta pignatta rotta indicata come punto adatto per alloggiarlo. Il foratino potrebbe non essere quello in cui è passato il cavo. Ma altri possibili punti ci sono, come il gancio della lampadina, altri fili di ferro e chiodi in acciaio conficcati al muro. Una scala era già stata sequestrata. Si cercherà ancora? Intanto cantina ancora sotto sequestro, contenente pure olio e alimenti. 29 set. 2022

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