Lanciano e lo sparo di mezzodi'. Fuochino, fuochino... cercasi fuochino disperatamente

Lanciano (Ch) - "Rivogliamo lo sparo del cannone dalla torre civica". E' nato un comitato spontaneo di cittadini che dietro lo slogan "Vergogna non sparo più, di chi è la colpa" chiedono all’amministrazione comunale il ripristino della tradizione.

Sono decisi a riavere il botto di mezzogiorno a Lanciano. Non solo parole ma anche fatti: nel giro di pochi giorni sono state raccolte oltre 600 firme a supporto, per ridare vita ad un appuntamento che affonda le radici nel lontano 1867. Dal maggio di quell’anno, infatti, pur tra interruzioni per periodi brevi, lo scoccare del mezzodì è stato ricordato, a tutti, dallo sparo del cannone. "L’idea scaturì dal malfunzionamento dell’orologio della stessa torre. Si pensò così di scandire il mezzogiorno con il botto del cannone in modo che anche nelle contrade potesse essere ascoltato", precisa Domenico Maria Del Bello, storico della città. 

Il comitato spontaneo di cittadini non ha obiettivi politico-strumentali. Difatti, spiegano i promotori dell’iniziativa, "la richiesta trova la ragion d’essere nella difesa delle storiche tradizioni popolari della nostra comunità. Lo sparo è testimonianza della nostra Patria, da trasmettere di generazione in generazione". 

Ma qual è il problema? Perché non c’è più il cannone che spara? Perché il lancianese non può più esclamare:  "E' mezzjorn!"? Perché occorre trovare un fuochino che si prenda l’impegno di andare di sabato e di domenica sulla torre a caricare la colubrina e ad accendere le polveri. Dal lunedì al venerdì c’è ancora Pio Fiore Di Vincenzo ad assolvere a questo compito. E' lui la persona abilitata all’"accensione dei fuochi pirotecnici"; è lui che da 26 anni ininterrotti, sale le scale della torre, e qualche minuto prima delle 12 mette mano alla polvere da sparo. E' però l’unico dipendente comunale abilitato all'utilizzo del cannone, che è un pezzo anch’esso di storia, perché della fine dell’Ottocento e reso automatizzato secondo le moderne concezioni anni fa. Ogni giorno, Natale o Pasqua che sia, festività e feriali, lui è sempre stato lì a dare il "colpo del mezzodì". Ora non più. Per una pedante e macchinosa burocrazia i dipendenti pubblici potrebbero svolgere questo tipo di mansione solo in orario di lavoro, mancando nel week end di copertura assicurativa. E se dovessero farlo di sabato o domenica dovrebbero avere una giornata libera durante la settimana, il lunedì ad esempio e il conteggio degli straordinari. Semplice? Mica tanto… Perché pure la Prefettura, per stare nelle regole ferree delle leggi sui fuochi pirotecnici, ha chiesto aggiornamenti e documenti all’amministrazione comunale affinché tutto sia in regola. Semplice? Mah...  

Dopo un avviso interno dell’amministrazione comunale, nessun dipendente comunale se l’è sentita di prendersi una responsabilità di questo tipo. Essere un "fuochino" è un lavoro che non conosce salute o malattia, giorni feriali e festivi. Se il cannone deve sparare, deve sparare sempre! Per questo da qualche mese Pio Fiore Di Vincenzo è temporaneamente fermo: sparare solo dal lunedì al venerdì non avrebbe senso. Ha bisogno di personale di supporto. Da  tempo l’amministrazione comunale è alla ricerca di qualcuno dotato del necessario patentino. Da voci raccolte, la soluzione sarebbe vicina: presto, infatti, dovrebbe essere affidato l’incarico ad un privato abilitato. Sarà terminata la ricerca disperata di un fuochino? 02 ottobre 2017

Alessandro Di Matteo

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