Una rappresentanza dei giocatori del Lanciano 1920 ha incontrato stampa e tifosi per raccontare le traversie a cui sono andati incontro nel corso dell'attuale annata calcistica.
A parlare sono Stefano Scipioni, il capitano dei rossoneri; Mattia De Fabritis, Herna Christian Tissone, Leonardo Hugo De Marchi, Antonello Bertino e Fabio Tommaselli. Prende la parola Scipioni che dopo aver ringraziato i tifosi, che hanno reso possibile la penultima trasferta in terra aquilana, pagando le spese necessarie, ha ringraziato anche il direttore sportivo rossonero, Tonino D'Orazio, l'unico che è rimasto sempre vicino alla squadra.
Per quanto concerne il resto dei vertici societari, non si salva nessuno, a cominciare dal patron Max Pincione, sempre assente, fino al direttore generale Paolo Iapaolo. Scipioni racconta di giocatori fatti dormire su materassi stesi per terra, di come si stava in otto in un appartamento, di cure mediche pagate in primis dagli stessi giocatori, per non parlare delle dotazioni tecniche, come le tute per allenarsi o altro materiale, che passavano in secondo piano, di fronte all'impellenza di dover issare la bandiera americana allo stadio. "Ma anche le stesse magliette per disputare le gare, fatte di rammendi e pezze messe dai sottoscritti". Non da ultimo i mancati rimborsi e gli affitti delle abitazioni non pagati.
Eppure non era cominciata in questo modo... Ricordiamo bene di aver incontrato Pincione, lo scorso mese di agosto, quando il sole allungava le sue ombre, in un hotel appena fuori città. Ci aveva colpito una frase in particolare: "Noi siamo professionisti”, peccato che il tam tam dei tifosi risuonava da tempo e i segnali di allarme erano già arrivati da tempo. Nell'era di internet le informazioni viaggiano alla velocità della luce, e la solidarietà tra i ragazzi che occupano le gradinate degli stadi italiani può essere fantastica. Così, dicevamo, da Grosseto ma anche da Spoleto, luoghi che avevano visto questa stessa dirigenza, avevano ricevuto notizie su quanto sarebbe potuto accadere. E non i ricordi di quello che era successo al Pescara quando aveva visto Pincione al comando, potevano tranquillizzare il popolo frentano. Era anche vero che alternative, allora come oggi, non ce ne sono, con imprenditori locali non interessati al mondo del calcio.
Le prime avvisaglie di essere di fronte ad un castello di carta, le abbiamo avute dopo la prima partita di campionato, quando Cristiano Gagliarducci, chiamato a dirigere la squadra, ha abbandonato Lanciano ed i giocatori si sono dovuti autogestire. Poi le prime voci di rimborsi spesa non pagati, di fornitori che lamentavano arretrati, di tifosi che invitavano i giocatori a casa per farli mangiare e in alcuni casi di spese fatte nei supermercati di alimenti e donati ai calciatori.
Pensammo anche che il culmine si fosse raggiunto con la “cena di Natale” che tutte le formazioni sportive di calcio e non, fanno, quando i partecipanti dovettero pagare il conto “alla romana”. Ma il peggio doveva ancora arrivare. Infatti ogni volta che ci si rendeva conto della caparbietà e bravura dei giocatori che nonostante le difficoltà andavano avanti, si provvedeva a creare difficoltà, o allontanando qualcuno, o peggio confondendo attraverso la sostituzione della guida tecnica, nell'impressione quasi che i dichiarati obiettivi di play off non si sarebbero dovuti raggiungere.
Nonostante tutto questi ragazzi vanno lodati per quello che hanno fatto, per la loro serietà, per aver portato al termine il campionato. Domenica sera, dal ritorno della partita contro il Montesilvano, li abbiamo incontrati in una pizzeria del centro, i soliti tifosi, sempre loro, avevano deciso di offrire loro una pizza per ringraziarli. Hanno lodato la nostra città per le sue bellezze artistiche e per come si sono trovati tra noi, e forse questo può valere più di un campionato vinto. 09 mag. 2022
URANIO UCCI
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Si ringrazia ASSUNTA DI FLORIO per la collaborazione