"L’incontro doveva vedere l’azienda rispondere alle richieste avanzate dalle organizzazioni sindacali relative al ritiro dei licenziamenti e all’apertura di un confronto. La multinazionale ha invece introdotto l’incontro confermando l’investimento industriale per la fabbrica di Verona, ma comunicando la decisione di procedere con i licenziamenti in Abruzzo, senza considerare le richieste sindacali e del Governo". In poche frasi la Fim Cisl Chieti e di Verona e la Fiom Cgil nazionale descrivono il vertice che si è tenuto questa mattina a Roma, al ministero dello Sviluppo economico. Il summit è stato tra la società Ball
Beverage Packaging Italia, rappresentato dal direttore delle operazioni per l'Europa del Sud, Valery Loth; Fim e Fiom nazionali e territoriali (Verona e Chieti) e le Rsu e alla presenza del vice capo di gabinetto Giorgio Sorial e delle istituzioni, ossia Regioni e Comuni. Come noto Ball ha deciso di cessare la produzione delle lattine nello stabilimento di San Martino sulla Marrucina (Ch) e di licenziare, il giorno di Natale, tutti i 70 dipendenti. A cui si aggiungerebbero altri 15 dei servizi che resterebbero disoccupati. Non vuole sentir parlare di ripensamenti e neppure di ammortizzatori sociali.
"Ball Beverage - dichiara Mirco Rota, Fiom nazionale - non ha saputo motivare la propria contrarietà ad un percorso condiviso dove, attraverso la cassa integrazione, si possa tentare la reindustrializzazione del sito di San Martino, in modo da reimpiegare gli attuali dipendenti". La chiusura alla trattativa è stata totale. "Abbiamo nuovamente rigettato con forza la decisione dell’impresa di smantellare e di rifiutare gli ammortizzatori sociali - aggiunge Dorato Di Camillo, Fim Chieti - nella
convinzione dell’assoluta percorribilità di strade alternative che consentano di
trovare soluzioni positive per i lavoratori ed il territorio.
Chiediamo pertanto di costruire un percorso articolato di strumenti, che si concluda con un accordo in sede ministeriale prima del 25 dicembre.
Per questo serve attivare immediatamente un tavolo tecnico ministeriale dedicato alla verifica delle condizioni per l’accesso alla cassa integrazione straordinaria per chiusura. Va attivato da subito, sia da parte
dell’azienda che del ministero, un’azione di scouting per identificare aziende interessate a rilevare l’area e a rioccupare i lavoratori. Vanno chiariti quali strumenti anche finanziari che Governo ed istituzioni locali
intendano mettere a disposizione a sostegno delle imprese e dell’attuale azienda per favorire questi processi.
Andranno inoltre previste azioni di politiche attive del lavoro attraverso l’outplacement incentivato, per
consentire a chiunque ne fosse interessato di transitare verso altre soluzioni occupazionali.
Tutto questo si deve affiancare a quanto l’azienda (ad ora) ha messo a disposizione come incentivi all’esodo o
trasferimenti presso altre aziende del gruppo nazionali ed internazionali.
Il tempo a disposizione è poco. Bisogna continuare il pressing nei confronti
dell’azienda eliminando tutti gli alibi che anche oggi sono stati utilizzati dall’impresa per evitare il confronto di
merito e che l’ha vista arroccarsi nelle sue posizioni".
"Ball - riprende la Fiom, per voce di Andrea De Lutis - dovrà dare risposte dal prossimo incontro. Non si può licenziare così, lasciando a piedi la maggior parte dei lavoratori. Noi puntiamo alla riconversione. Nei prossimi giorni proseguiranno le iniziative di lotta. Ci attendiamo una rapida riconvocazione al Mise e la
disponibilità ad iniziare un accordo che consideri positivamente le nostre richieste".
30 novembre 2018
Nelle foto i lavoratori e i sindacalisti oggi a Roma per l'incontro al Mise
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