Lanciano. Un cuore per i lavoratori Faist e la Val di Sangro si riempie di cuori. Avviati i licenziamenti
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"Siamo in pochi, è vero, ma non molliamo. Non vogliamo morire così...". I 17 lavoratori dell'industria Faist di Lanciano (Ch), situata in contrada Cerratina e che ha deciso di chiudere, continuano a presidiare la fabbrica.

L'azienda, lunedi scorso, tre febbraio, ha avviato, inaspettatamente, l'iter di licenziamento collettivo. "E al contempo - raccontano i dipendenti - ha cominciato lo smantellamento delle linee. I macchinari sono già stati caricati sui tir, pronti a partire alla volta dell'Umbria, dove la produzione verrà spostata. Procedura, a quanto pare, - proseguono - non corretta, perché, per legge, alla comunicazione iniziale del licenziamento collettivo deve seguire una fase di consultazione e di incontri per complessivi 75 giorni".

Gli autoarticolati da ieri stazionano nel piazzale interno dello stabilimento, perché bloccati dalla protesta dei lavoratori. Che presidiano l'area notte e giorno, al gelo, con le pattuglie della polizia a vigilare, per evitare che portino via mezzi e materiali. "Non può finire in questa maniera - ribadisce Manuela Ricci, responsabile della produzione e Rsa Fim Cisl -, lotteremo fino alla fine, per noi, per il nostro futuro, per le nostre famiglie, per la nostra professionalità". I lavoratori sono in attesa di un incontro in Prefettura a Chieti, che potrebbe esserci domani, mentre oggi pomeriggio ci sarà un summit in Confindustri, a cui  sarà presente la Fim Cisl.

Intanto i lavoratori hanno chiesto "un cuore" in segno di solidarietà. E, in poche ore, la Val di Sangro, da Lanciano ad Atessa, si è riempita di centinaia di striscioni e lenzuoli con i cuori. Che campeggiano davanti ad aziende, nei locali pubblici, in attività commerciali. "Ringraziamo tutti quelli che ci sono vicini in questo difficile momento".

Serena Giannico

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