Sevel (ora Stellantis Europe Atessa) condannata a pagare permessi elettorali 2014

Sevel deve mettere mano al portafogli riguardo ai permessi elettorali di nove anni fa: lo ha stabilito la Corte di Cassazione.

Nel gennaio del 2019 la Corte d’Appello dell’Aquila aveva respinto il ricorso presentato dall'azienda Sevel (oggi Stellantis Europe Atessa) contro la sentenza del Tribunale di Lanciano (Ch) con cui era stata condannata per non aver pagato i permessi elettorali a diversi lavoratori che erano stati impegnati nei seggi come rappresentanti di lista nelle elezioni Europee, Regionali e Comunali del 2014. Il ricorso era stato presentato ed è stato portato avanti dall'Usb-Unione sindacale di base, tramite l'avvocato Enrico Raimondi del foro di Chieti.

Il 10 luglio 2023 la Suprema Corte, presieduta da Adriana Doronzo, ha respinto il ricorso di Sevel/Fca Italy ritenendo i motivi infondati o del tutto infondati ed ha confermato integralmente ciò che ha stabilito il giudice del lavoro di Lanciano, e cioè "che una contrattazione aziendale non può introdurre una deroga in pejus rispetto alla legge, in sostanza - come spiega una nota Usb Abruzzo e Molise - viene affermato il rapporto gerarchico fondato sull’inderogabilità della norma legale da parte del contratto collettivo: in linea generale il contratto collettivo non può peggiorare i livelli di trattamento e le condizione stabilite direttamente dal legislatore e dalla legge".

Quindi -  rimarca Romeo Pasquarelli, responsabile Lavoro privato Abruzzo e Molise - "l’accordo sindacale tra Sevel e i sindacati Fim-Cisl, Uilm-Uil, Fismic e Ugl, contro “l’assenteismo elettorale” e contro i lavoratori impegnati nei seggi in cui stabilirono la chiusura dello stabilimento nei giorni 26, 27e 28 maggio 2014 e i successivi recuperi produttivi, non poteva essere applicato a tutti i lavoratori e a coloro impegnati come rappresentanti di lista dovevano essere concessi i giorni di riposo spettanti per legge ed essere regolarmente pagati".

"Ringraziamenti particolari - dice ancora Pasquarelli - vanno a Fabio Cocco, ai tempi dei fatti responsabile Usb Lavoro privato e promotore del ricorso e al legale che ha seguito la vicenda. Si chiude così una parentesi che ci ha visto ancora una volta dalla parte della ragione ed è stata ristabilita giustizia contro un abuso aziendale e avvallato dai sindacati firmatari del Contratto collettivo specifico". 11 lug. 2023

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