Nuovi turni in Sevel... Tra malcontento dei lavoratori e sindacati ai ferri corti

"Sta venendo a galla tutta la crudeltà di un contratto che non dà alcun margine di trattativa e con cui i sindacati firmatari hanno ceduto anche la propria autonomia di organizzazione, oltre che la possibilità di difendere gli interessi dei lavoratori". Così, in una nota, l'Unione sindacale di base, riguardo alla nuova turnazione alla Sevel di Atessa (Ch), entrata in vigore oggi. 

Sono 12 i turni settimanali (di mattina e pomeriggio): si lavora dal lunedì al sabato, diventato ordinario e obbligatorio, e non più straordinario, con il riposo infrasettimanale a rotazione. Il turno di notte resta volontario. Cambiamenti che significano, di sicuro, sacrifici in più per lavoratori già sotto pressione. E i sindacati, su questa questione, sono ai ferri corti. L'un contro l'altro armato...  Ad accapigliarsi Fim, Fismic e Uilm. Domani tutti insieme si ritroveranno a Torino, convocati da Fca. Un incontro che avviene quando i cambiamenti sono già avviati, perché, come prevede il contratto, l'azienda può introdurre modifiche in questo senso a propria discrezione. 

"Accettare come hanno fatto loro - tuona ora Fabio Cocco, dell'Unione sindacale di base - di essere sindacato collaborativo va contro gli interessi dei lavoratori: è il principio della lotta di classe per cui  aziende e lavoratori hanno interessi diversi. Gli operai della Sevel non si sono mai rifiutati di fare sacrifici, ma in una fase come questa in cui se ne chiedono altri, ci si aspettava che almeno ci fosse un riconoscimento economico e la possibilità di cominciare a ragionare su una riduzione dell'orario di lavoro almeno per la giornata del sabato". 

"Adesso - viene aggiunto - ci ritroviamo in una situazione di malcontento generale che sicuramente non porterà nulla di buono. In questo modo si continuano a dividere i dipendenti tra quelli del turno di notte,  tra i part time e coloro che avranno il sacrificio maggiore, che è quello dei 12 turni, che comunque stravolgerà notevolmente la loro vita e quella delle loro famiglie. Noi, come Usb, avevamo chiesto un tavolo di confronto con tutte le sigle sindacali in modo da uscire con una proposta unitaria;
non ci saremmo ritrovati sicuramente nella situazione attuale, di un tutti contro tutti, in cui a perdere saranno solo gli operai". 

"Tanto più - lamentano alcuni lavoratori - che di sicuro ci verrà chiesto, come già sta succedendo, di rinunciare al riposo, quindi di saltarlo, per lo straordinario. E in pochi avrano la forza di dire di no al colosso Sevel". 

E su questo, ed altre problematiche, scende in campo anche Fiom Abruzzo e Molise. "Il cambio degli orari in Sevel - scrive Andrea De Lutis, Fiom Chieti -  e la scelta di Psa di fare uno stabilimento in Polonia deve aprire serie riflessioni: esiste un piano d’investimenti per il futuro o si sta raschiando il barile? Quali sono gli interessi di Fcs sul settore auto e in particolare verso lo stabilimento dei record? Verrà realizzato il nuovo furgone? E, se sì dove? Cosa accadrà all’indotto? Un intero territorio - evidenzia - dovrebbe domandarsi cosa sta succedendo alla Sevel, il volano economico di un’intera provincia e di un’intera regione".

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