Covid. Infermieri e operatori spostati da Lanciano e Ortona in ospedale Chieti: proteste. Interventi chirurgici bloccati
GUARDA LE FOTO

Infermieri e operatori socio sanitari spostati dagli ospedali di Lanciano e Ortona a Chieti per aprire un nuovo reparto Covid.

Questa mattina sit in di protesta davanti all'ospedale "Renzetti" di Lanciano (Ch) convocato dai sindacati Nursind, Nursing Up e Cigl, con i rispettivi responsabili Vincenzo Pace, Patrizia Bianchi e Carmine Sgarbarro.

Il personale finito a Chieti è di 27 unità - 17 infermieri e 10 oss - e conseguente accorpamento di reparti sia al "Renzetti" che al "Bernabeo", dove le attività chirurgiche sono interrotte. Al presidio ha preso parte anche il sindaco di Lanciano, Filippo Paolini, che dice: "Quanto accade non va bene. Non si può chiudere un ospedale per mantenere una struttura Covid. Ho chiesto un incontro all’assessore Nicoletta Verì. Assumano altro personale con fondi Covid. Il ministero della Salute ha dato le direttive. Ci sono graduatorie e si prendano quelle. Accorpare Otorino e Chirurgia di Lanciano per portare personale a Chieti non mi sembra corretto in un momento difficile. Praticamente non si fa più niente e non si opera nè a Lanciano né a Ortona, e si è costretti ad andare a Pescara - aggiunge il primo cittadino -. Chiariscano se siamo Dea di primo livello, e se sì manteniamo tutto. La Asl deve gestire l'emergenza con fondi che ci sono. Non si chiude un ospedale".

Alla manifestazione presenti inoltre il consigliere regionale Francesco Taglieri (M5S) e i consiglieri comunali di centrosinistra di Lanciano, Leo Marongiu, che è anche segretario provinciale del Pd, e Giacinto Verna (Progetto Lanciano). Pace, di Nursind, parla di: "Scelta scellerata quella di ridurre prestazioni chirurgiche. Si sapeva che arrivava la nuova ondata Covid. Abbiamo il Piano assunzioni e da ottobre si dovevano prendere 100 oss, farlo subito come a Pescara".

Per Bianchi di Nursing up: "Anni di emergenza non hanno insegnato nulla. Amministrazione sanitaria miope che crea danni strutturali e organizzativi. Altre Asl assumono e a Chieti dormono sonni tranquilli".

Sgarbarro, della Cgil, aggiunge: "Contestiamo scelte che si ripercuotono sulla vita di lavoratori  e pazienti. Si tratta di una pessima organizzazione". Per il pentastellato Taglieri: "La rete annunciata dei Dea di primo livello non corrisponde alla realtà, che è completamente diversa. Si svela una programmazione assente". La minoranza, con Marongiu e Verna, commenta: "Costringere gli infermieri a scendere in piazza certifica la sconfitta della politica regionale confermando il frutto della cattiva programmazione”. Il direttore sanitario Asl, Angelo Muraglia, replica: "Nessuna spoliazione a Lanciano e Ortona. Necessario aumentare i posti letto Covid per casi in crescita. Non esistono realtà che prendono e altre che perdono. Non si può accettare la polemica di chi vuole chiudere gli occhi davanti alla straordinaria impennata dei contagi nel nostro territorio e utilizzare a fini strumentali le scelte compiute per dare assistenza a malati sempre più numerosi ogni giorno". 08 gen. 2022

Walter Berghella

@RIPRODUZIONE VIETATA

Foto Andrea Franco Colacioppo

totale visualizzazioni: 4268

Condividi l'Articolo