Coronavirus. Abruzzo. 'Noi del mondo dello spettacolo dimenticati. Si riparta'

Non possono lavorare da mesi, a causa del coronavirus. E per loro l'estate si annuncia davvero dura. Non sono stati finora neppure considerati dai provvedimenti economici della Regione e dello Stato.

Sono gli artisti dello spettacolo che, a tutt'oggi, non solo non hanno percepito un euro di indennizzo, ma sembrano essere relegati come ultima ruota del carro in ambito di provvedimenti a loro tutela.

Eppure qualcosa si muove. Approvato, infatti, a Pescara, dal Consiglio comunale, l'ordine del giorno del consigliere Mirko Frattarelli, che impegna l'amministrazione a farsi carico dei professionisti dello spettacolo locali, garantendo loro un prioritario coinvolgimento nei cartelloni estivi, e non solo, delle stagioni 2020 e 2021. "Si tratta - dice il consigliere - di un mondo di lavoratori che non è rappresentato solamente dagli artisti, ma da tutti quelli che dietro le quinte fanno muovere la macchina dello spettacolo e dell'intrattenimento. Il documento, che è stato approvato all'unanimità, è mirato a mettere in campo tutte le forze necessarie soprattutto ora che la stagione estiva è alle porte: si cercheranno di sfruttare, almeno per quanto riguarda il periodo iniziale, le possibilità di fare spettacoli all'aperto dove si possono mantenere distanze di sicurezza. Inoltre ho chiesto di organizzare un cartellone estivo fatto con intelligenza: Pescara ha 65 parchi comunali e piazzette nei rioni, spazi che potrebbero essere utilizzati per distribuire tanti piccoli eventi".

Chi sul palco solitamente è un mattatore è Marco Papa. Il noto showman, cabarettista, doppiatore e trasformista dice: "Siamo molto preoccupati, ma ci fa ben sperare la proposta portata in Consiglio. Il tessuto sociale è fatto anche dalla nostra categoria che spesso dà gioia, divertimento, e culturalmente concede una spinta morale. Personalmente - termina con dispiacere - avevo in programma una trentina di spettacoli da maggio e per tutto il periodo estivo e ora ho lo zero assoluto: tutto annullato".

Paolo Minnucci, giornalista ed organizzatore di eventi: "E' un momento nero per la nostra attività che è bloccata: la nostra categoria è stata totalmente dimenticata anche se il nostro lavoro è in parte trainante anche per un settore importante come quello del turismo. Che estate sarà senza concerti, eventi, sfilate di moda o le mille iniziative che ogni anno vengono proposte nella bella stagione? Alla luce della possibilità di utilizzare i sistemi di sicurezza come la distanza, le mascherine e i guanti, non capisco perché molte amministrazioni si ostinino a ripetere ancora oggi di non voler proporre iniziative". 

Piero Mazzocchetti, tenore di fama internazionale: "Ho fatto ripartire la mia accademia spendendo migliaia di euro per adeguare la sicurezza. L'ho fatto per poter ripartire senza chiedere nulla ai politici. Ora penso agli eventi che proverò ad organizzare questa estate e mi viene difficile credere di poter fare concerti nei teatri con il caldo, come stabilito dal presidente del Consiglio a partire dal 15 giugno: chi ha scritto questi parametri sembra non essere mai andato a teatro. E poi, ma come è possibile che le ristrettezze e le regolamentazioni che sono rivolte agli eventi pubblici siano così distanti dalla normale amministrazione di tutti i giorni? Nel fine settimana a Pescara ho visto migliaia di persone vicinissime tra loro in barba alle distanze di sicurezza, senza alcun controllo da parte delle forze dell'ordine, e poi nel nostro comparto ci sono paletti così difficili da superare. C'è qualcosa che non va. Bisogna ripartire nel rispetto di tutti e bisogna farlo per tutti quelli che hanno necessità impellente: penso ai miei ballerini, i miei musicisti, al mio service, i coreografi. Se io non posso fare gli spettacoli, sono soprattutto loro e le loro famiglie a soffrirne. Sono pronto, quindi, a protestare per la disparità di trattamento alla quale siamo sottoposti: la voce - chiude con una battuta - ce l'ho”.

Stefano D’Alberto, presentatore, speaker, imitatore: “So che in altre regioni, come ad esempio nelle Marche, qualche locale si è già organizzato per far ripartire l’intrattenimento. Ho degli amici che a San Benedetto hanno ricominciato da subito a fare pianobar, mentre da noi in Abruzzo non si muove nulla. Perché? Dovremmo essere uniti in questa battaglia, senza coltivare ognuno solamente il proprio orticello. Io, a riguardo, ho riunito in una chat tantissimi artisti con i quali mi sento quotidianamente per parlare delle problematiche esistenti, ricordando a tutti che noi ci siamo e che siamo disponibili a ricominciare anche in situazioni più minimaliste nei quartieri dove si possono evitare gli assembramenti. Questo, almeno, per il periodo iniziale nel quale tutti, anche i ristoratori che sono stati "bastonati", possano trovare il coraggio di rimettere in piedi momenti di intrattenimento".

Fernando Errichi

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