'Abruzzo in agris': 'Ddl sicurezza dichiara illegale canapicoltura, con crisi settore senza fine'

L’associazione ‘L’Abruzzo in agris’ è al fianco dei canapicoltori, "messi a dura prova ora anche da un disegno di legge sulla sicurezza. Si tratta di un emendamento del Ddl sicurezza, di cui si discute in questi giorni in Senato, che rende la cannabis light illegale in Italia e vieta la coltivazione e la vendita delle infiorescenze esponendo il settore ad una crisi senza fine e mettendo a rischio chi investe su filiere innovative che garantisco sviluppo, lavoro e tutela dell’ambiente".

Con il Ddl "sono equiparati a sostanze stupefacenti i prodotti della canapa usati nella edilizia, nella cosmesi, nell’alimentazione, nel tessile e come energie rinnovabili", è la denuncia.

Da secoli la canapa viene utilizzata dall’uomo per i più svariati utilizzi. Basti pensare che nel 1453 il primo libro stampato al mondo, la Bibbia di Johannes Guttemberg, aveva pagine di carta interamente ricavate dalla canapa. Nel 1492 il navigatore Cristoforo Colombo raggiunse Bahama, Cuba e Haiti in America meridionale a bordo delle famose tre caravelle che, neanche a dirlo, avevano le vele intessute in fibre di canapa. Per millenni i popoli che hanno abitato la penisola italica si sono vestiti, nutriti, riscaldati, hanno pregato, scritto e si sono curati grazie alla canapa. Fino all’800 l’Italia è stato il secondo produttore di canapa al mondo e primo fornitore della Marina britannica, tanto che il cordame e le vele delle grandi navi da guerra che hanno sconfitto Napoleone a Trafalgar erano fatte con la canapa proveniente dalle campagne emiliane e quelle canavesi del Piemonte. Un’eccellenza italiana, con grandi possibilità di sviluppo anche in Abruzzo, che ora rischia di scomparire.

"Un’altra anomalia tutta italiana che non possiamo permetterci, perché azzera un settore onesto e produttivo", dice il presidente dell’associazione, Marco Finocchio, esprimendo "solidarietà e sostegno ai canapicoltori di tutte le regioni e, in special modo, a quelli del territorio Subequano, in provincia dell’Aquila, in aggiunta agli imprenditori agricoli impegnati nel Pescarese e nel Teramano e a qeulli con piantagioni nell’area del Chietino, per uso industriale che utilizzano esclusivamente piante di cannabis a basso contenuto di Thc e certificate dall’Unione europea". 19 nov. 2024

MARIANO PELLICCIARO

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