Tragedia Rigopiano. 'Noi condannati al fine pena mai'. Sette anni dopo, commemorazione sulle macerie
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Sette anni sono passati dalla tragedia dell'Hotel Rigopiano a Farindola (Pe): era il 18 gennaio 2017 quando, alle 16.49, una valanga travolse e distrusse il lussuoso resort alle pendici del Gran Sasso, provocando 29 morti. Per l'Abruzzo è giorno di ricordi e di sofferenza.

"Settimo anniversario del giorno in cui hanno perso la vita i nostri angeli, mentre noi siamo stati condannati al fine pena mai - scrivono su Facebook le famiglie delle vittime -. Inutile dire che il dolore e la mancanza sono sempre insopportabili e che da quel giorno sopravviviamo anche per ottenere giustizia. Lo scorso anno - aggiungono - abbiamo affrontato l'anniversario nella convinzione che presto sarebbe arrivata una giusta sentenza che avrebbe dato pace alle vittime, un po' di serenità a noi familiari e un forte segnale a tutti. Purtroppo così non è stato, forse è mancato il coraggio di fare emergere la verità, oppure c'è stata una lettura distorta dei fatti, sebbene chiari ed evidenti. Quest' anno ci ritroviamo ad affrontare un altro anniversario a ridosso della seconda sentenza, con la speranza che il processo d'appello possa ribaltare la sentenza di primo grado e fare emergere la piena verità su una tragedia che si poteva e si doveva evitare, perché il messaggio e la pagina giudiziaria che verrà scritta per il dramma di Rigopiano non riguarderà soltanto noi e i nostri cari, bensì il futuro di tutta l'Italia".

Si è aperta con la fiaccolata, nel pomeriggio di oggi, la commemorazione. Sul luogo del disastro anche i soccorritori di quei giorni di speranza e lutti e poi le autorità. "Per la prima volta - racconta ad Abruzzolive.tv, Mariangela Di Giorgio, madre di Ilaria Di Biase, cuoca di Archi morta a 22 anni tra i detriti dell'albergo - la cerimonia e la messa si sono tenute sulle macerie. Siamo entrati dentro la recinzione del resort e don Luca e don Nicholas, parroco di Archi, hanno celebrato la funzione religiosa. Stare lì, dove loro sono stati uccisi, è stato ancora più doloroso. Gli altri anni ci siamo sempre fermati all'ingresso dell'albergo. Ci si è spezzato il cuore, una volta di più: freddo della montagna, gelo nell'anima. Sensazioni indescrivibili". Dopo la deposizione delle corone del Governo e della Presidenza della Repubblica, "abbiamo poggiato una rosa bianca: ogni fiore nel punto in cui i corpi sono stati trovati. Quindi la lettura dei nomi delle vittime. E alle 16.49, l'ora della valanga, il volo dei palloncini bianchi. Quest'anno non c'era la neve". 

"Rigopiano è una ferita ancora aperta. E' una pagina nera per l'Italia intera. Infatti, è diventato un simbolo negativo di come non si gestisce un'emergenza e di come non si organizzano i soccorsi", ha affermato il presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio. "Si è ancora in attesa che i tribunali dicano una parola definitiva sulla vicenda per far comprendere quali responsabilità vi siano state. In ogni caso, al di là di quello che sarà l'esito della giustizia, rispetto alla quale resto, comunque, più che fiducioso, Rigopiano rimane una pagina veramente oscura che non ha lasciato solo un retrogusto di dolore e di amarezza alle famiglie delle persone tragicamente scomparse ma anche all'intero Abruzzo".

"Sette anni da Rigopiano. Sette anni dalla slavina che travolse l'hotel a Farindola. Per 8 giorni e 8 notti sì lavorò senza sosta, in condizioni estreme per portare soccorso. Ora come allora il Servizio nazionale di #protezionecivile si stringe al ricordo delle vittime": così in un tweet il Dipartimento di Protezione civile. "Noi non dimentichiamo. Noi non dimenticheremo", così invece il Soccorso Alpino nazionale. 

"Mantenere viva la memoria è più che un dovere istituzionale, è un obbligo morale di tutti. C'eravamo sette anni fa, ci siamo oggi come ogni anno, in qualità di amministratori regionali, ma soprattutto come uomini e donne, padri, fratelli, zii, nonni, che in quella tragedia avrebbero potuto perdere i propri cari e che oggi hanno il compito di testimoniare e di lavorare a tutela del territorio e dei cittadini", ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri. "Ormai da sette anni - ha sottolineato - il mese di gennaio porta con sé il fardello di un ricordo incancellabile di quello che è stato un dramma spaventoso e purtroppo il ricordo di ciascuno di noi torna a quei momenti che hanno preceduto la valanga che ha travolto l'Hotel. Inevitabilmente ciascuno di noi ripensa a quella incredibile nevicata, alle nostre attività frenetiche in quella giornata, alle tante emergenze che si stavano vivendo sul territorio, e cerchiamo di immaginare come possano aver vissuto quelle ore le vittime. Molti di noi in quella tragedia hanno perso un conoscente, un amico, un parente, e oggi a loro dobbiamo rendere un doveroso omaggio. Il nostro compito, in qualità di amministratori, è quello di lavorare per impedire in ogni modo il ripetersi di simili tragedie, di prestare ascolto e attenzione ai segnali che ci arrivano dai territori, dalla stessa natura, di essere sempre accanto ai cittadini, senza mai perdere di vista uno dei nostri obiettivi: garantire il diritto alla vita di ciascuno".

"Il #18gennaio 2017 una slavina investì l'hotel #Rigopiano a Farindola (Pescara). Ci furono 29 morti tra cui il poliziotto Domenico Di Michelangelo. Ricordiamo le vittime delle tragedia e l'impegno di chi scavò per giorni salvando i superstiti". Così la Polizia di Stato sui social e anche il Comune di Chieti "ha ricordato le sue vittime, con la famiglia Di Michelangelo, al monumento dedicato di via d'Aragona".

"Un abbraccio - ha detto il sindaco Diego Ferrara, presente con gli assessori Alberta Giannini, Chiara Zappalorto, Manuel Pantalone e Massimo Cassarino e con i consiglieri Valerio Giannini e Silvia Di Pasquale, in rappresentanza anche della Provincia - che rinnoviamo alla mamma Loredana Lazzari e al fratello Alessandro Di Michelangelo, confermando la presenza delle istituzioni al loro fianco sempre, in attesa di una sentenza che renda veramente giustizia per le vite perse sette anni fa in quella tragedia". ''Una memoria dolorosa che si rinnova -  Alessandro Di Michelangelo - , per noi è importante celebrare questo anniversario, continuare a parlare di Dino, delle altre vittime, perché ci fa forza e perché serve a tutti noi la forza di chiedere sentenze giuste sui fatti. Noi dobbiamo coltivare il ricordo di Dino, perché la sua scomparsa diventi per la comunità di cui era parte un momento di riflessione e per il nostro territorio un monito e perché mai più aree mamme, padri, figli, fratelli e sorelle vivano ciò che viviamo noi dai sette anni". 18 gen. 2024

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