Si riparte da 50 immigrati. Sono pachistani e 20 già sono dentro la struttura.
"Altri 30 arriveranno nei prossimi giorni. Sono rimasto senza parole alla notizia, sono avvelenato. Sono stati due anni di sacrifici inutili, per sgomberare lo stabile a Borgata Marina…". E' infuriato il sindaco di Torino di Sangro (Ch), Nino Di Fonso; ribolle di amarezza.
La struttura è il Cas - Centro di accoglienza straordinaria ubicata nell’Hotel Lecceta, che torna a... popolarsi di migranti dopo che era stato chiuso. Qualcosa di “anomalo” era stato notato dai proprietari delle case accanto, che nei giorni scorsi avevano visto tecnici riattivare le cabine elettriche, svolgere manutenzioni. “Ma non avevano smantellato?”, si sono chiesti in spiaggia.
Il sindaco si è accorto della novità in un normale giro di perlustrazione di sera sulla costa. "Ho visto la struttura aperta e ho chiesto spiegazioni". "Riapriamo per accogliere immigrati", gli è stato riferito. Il primo cittadino non ha ricevuto neanche una comunicazione. Al mattino ha chiamato il prefetto di Chieti, Armando Forgione, per avere spiegazioni, informazioni, per poter capire. In sintesi, a causa dei flussi massicci di sbarchi sulle coste italiane, in provincia sono arrivati, dalla Sicilia, 500 immigrati che la Prefettura ha dovuto redistribuire fra le cooperative che hanno vinto gli appalti per la gestione dell’accoglienza. E le coop stanno inserendo gli immigrati nelle strutture convenzionate.
Solo ad inizio anno erano stati trasferiti gli ultimi 42 ospiti del Cas, dove i primi 10 arrivarono il 16 aprile del 2015.
Con la chiusura dello stabile, l'amministrazione comunale si era impegnata a riqualificare e rivitalizzare la spiaggia antistante. "Ci siamo mobilitati per far ripartire il turismo, con ben cinque concessioni balneari. Una di queste è proprio davanti al Centro. Il concessionario è venuto a lamentarsi nelle scorse ore, dopo che ha appreso quanto sta accadendo, e io ho dovuto dire: ‘Non ne sapevo nulla!’".
Alla novità comunque Di Fonso reagisce. "Non tollererò più nulla. Chiederò alle forze dell’ordine di vigilare perché non sia deturpato il decoro urbano e la vivibilità del territorio. Non accetto più bivacchi nei parchi giochi, sulla rotonda Ivan Graziani come in precedenza. Tolleranza zero, l’ho detto anche al prefetto".
La riapertura non è temporanea. Si tratta di un lungo periodo. "Si parla di due anni poi si vedrà…", conclude Di Fonso. 08 ago. 2021
Alessandro Di Matteo
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