Morte Anna Maria D'Eliseo: il marito arrestato e rinchiuso in carcere
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Sbraitava e gridava ad alta voce metre lo conducevano in prigione. 

Non è stato un suicidio, come lui ha sempre sostenuto, si tratta di un femminicidio, secondo la magistratura. Che, ora, è riuscito a inchiodarlo. 

E' stato arrestato nel primo pomeriggio di oggi e rinchiuso in carcere a Lanciano (Ch), Aldo Rodolfo Di Nunzio, 72 anni, del posto, ispettore in pensione dei vigili del fuoco.

I carabinieri della compagnia di Lanciano, coordinati dal maggiore Giuseppe Nestola, lo hanno prelevato nella propria abitazione, intorno alle 14, portato in caserma e, sbrigate le formalità di rito, lasciato nella casa circondariale di Villa Stanazzo, con l'accusa di aver ammazzato la moglie Annamaria D’Eliseo, 60 anni, di Lanciano (Ch). Prima, per lui, c'è stata una breve sosta in ospedale, al Pronto soccorso, perché lamentava dolori ad una spalla. 

Lei fu rinvenuta senza vita in una rimessa-cantina esterna alla villa di famiglia, in località Iconicella, il 15 luglio 2022. L'indagato ha sempre sostenuto di non aver ucciso la moglie, ma di averla trovata, rientrando, appesa al soffitto, con una scala accanto, e di aver cercato inutilmente di salvarla. Quel giorno, lui non ha allertato il 118; ha avvisato i carabinieri con una telefonata, alle 13.06: "Ho trovato mia moglie impiccata". Non è stato mai creduto. Già quella stessa sera si parlò di fermo per l'uomo che però non venne mai eseguito. Di Nunzio fu denunciato a piede libero e rimandato a casa, dove ha continuato a lavorare i campi, ortaggi e frutta, e a vendere i prodotti al mercato coperto di Lanciano. Ha finora allevato pure "galline felici", come spiega il cartello attaccato all'esterno della villa scenario del delitto.

Ci sono state perquisizioni e perizie varie. Neppure l'autopsia è riuscita a risolvere il giallo: assassinio o suicidio? Adesso la svolta inattesa,  giunta dopo un anno e 18 mesi, a seguito di elementi d'indagine sopravvenuti che confermerebbero i sospetti a carico dell'uomo. Che, stando ai riscontri, l'ha strangolata con un cavo elettrico. L'accusa a suo carico è di omicidio volontario aggravato dal vincolo coniugale. 

Il provvedimento di custodia cautelare è stato richiesto dal procuratore capo, Mirvana Di Serio, che ha portato avanti gli accertamenti assieme al sostituto procuratore Fabiana Rapino, distaccata da Pescara. Il gip del tribunale di Lanciano, Massimo Canosa, ha firmato l'atto.

Galeotte sono state alcune telecamere di videosorveglianza della zona in cui vive e del vicinato, ma anche del suo giardino. Sono state controllate a livello audio e video da superesperti che hanno anche scandagliato qualche telefonino. Lavoro che avrebbe spiegato il mistero della fine della bidella, che lavorava nella scuola "Eroi ottobrini" di Lanciano. 11 gen. 2024

SERENA GIANNICO

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