Il Tribunale del lavoro di Teramo, con provvedimento del 1 gennaio 2019, ha dichiarato nullo il licenziamento per discriminazione di una lavoratrice dell’Ivri, condannando l’istituto di vigilanza a reintegrare immediatamente la donna. Si tratta di uno dei primi casi a livello nazionale di reintegro per motivi discriminatori, come previsto dal Jobs Act.
La lavoratrice, L.D.G., rappresentante sindacale aziendale della Uiltucs Abruzzo, era stata licenziata dalla società nel settembre 2017 e si è rivolta con il suo legale, Massimiliano Matteucci, al giudice del lavoro del Tribunale di Teramo per chiedere l’annullato del licenziamento.
La Uiltucs Abruzzo, a tutela dei lavoratori della sede regionale dell’Ivri, è ricorsa al giudice del lavoro per denunciare, secondo l’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori, la condotta antisindacale perpetrata dall’azienda a danno degli aderenti al sindacato, vedendosi accolto il ricorso, poi confermato dalla Corte d’Appello dell’Aquila lo scorso 28 giugno.
I magistrati hanno, infatti, accertato che gli iscritti alla Uiltucs subivano vessazioni e pressioni dall’azienda per indurli a cambiare sigla sindacale, vessazioni che si sono trasformate gradualmente in atti persecutori mediante sanzioni disciplinari, spostamenti di mansioni, dequalificazione dei lavoratori e assegnazione di turni disagiati. Nonostante i continui tentativi del sindacato di interagire con la società, portando il problema anche all’attenzione dei tavoli istituzionali, Prefettura e direzione territoriale del Lavoro, e le pronunce del Tribunale del lavoro di Chieti e della Corte d’Appello di L’Aquila, il comportamento di Ivri non solo non si è attenuato ma si è addirittura acuito contro i lavoratori.
"Il licenziamento della lavoratrice oggi reintegrata dal giudice Maria Rosaria Pietropaolo - spiega Mario Miccoli, segretario regionale della Uiltucs - è uno dei casi emblematici che attestano l’esistenza di condotte vessatorie e ritorsive perpetrate da Ivri in danno dei lavoratori iscritti alla Uiltucs. La lavoratrice, in tale contesto, al rifiuto di abbondare la Uiltucs, è stata trasferita dalla sede Ivri di San Giovanni Teatino nella zona di Teramo ed assegnata a sacrificanti turnazioni notturne presso la Bonifica del Tronto, venendo da ultimo assegnata presso la sede Inps di Teramo, il cui affidamento ad Ivri risultava già scaduto nel momento stesso dell’assegnazione definitiva. Il giudice ha ritenuto la condotta datoriale “sintomatica dell’intento della società di collocare la ricorrente in un servizio che di lì a poco, sarebbe stato verosimilmente affidato ad altra società, come di fatto avvenuto, creando così le condizioni per un recesso del rapporto di lavoro motivato (quanto meno, in apparenza) da ragioni oggettive”.
09 gennaio 2019
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