Sono stati due campani, una 17enne e un 18enne, a finire nei guai per aver pilotato il drone con cui hanno tentato di introdurre una marea di telefonini nel supercarcere di Lanciano (Ch).
Ben 22 i cellulari, 11 smartphone e 11 micro, che avevano intenzione, domenica pomeriggio, di recapitare ad amici e familiari, nel penitenziario di massima sicurezza di località Villa Stanazzo. I giovanissimi, lei ha un parente dietro le sbarre, si erano ben organizzati.
Dopo aver studiato e visionato i luoghi, hanno scelto il punto, nelle campagne dietro la prigione, dove ultimamente c'era un sospetto viavai, più idoneo a far decollare il mezzo aereo.
Andirivieni che non è sfuggito alla polizia penitenziaria che, in allerta, ha cominciato a "camuffarsi" per capire che stesse accadendo. Si sono finti contadini e podisti. E, l'altro ieri, ecco, sul posto, a bordo di una utilitaria, arrivare i due ragazzi, accompagnati da altri due conoscenti. E, da lì, sono iniziate le manovre di trasloco dei telefonini, infilati in un sacchetto: previste consegne a più riprese.
Il drone ha cominciato a volare per il primo trasferimento, in direzione di una finestra della sezione Alta sicurezza. Ma non è giunto a destinazione. Beffati, dagli agenti, sia gli organizzatori della spedizione sia i detenuti, alcuni dei quali in fervida attesa. Tutto il materiale è stato sequestrato. Per i componenti della gang del drone è scattato il fermo.
Ma alla fine ci sono due denunciati, appunto la minorenne, alla Procura dell'Aquila, e il suo amico di poco più grande. Debbono rispondere di di introduzione illegale di telefonini in carcere.
Da anni il penitenziario di Lanciano finisce sulle cronache nazionali a causa di telefonini che cercano, in ogni modo, di arrivare nella struttura, dove sono rinchiusi esponenti di clan mafiosi da tutta Italia. 23 nov. 2021
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