Rientrata a Lanciano la salma del ragazzo morto sulla nave della Marina Militare. Domani i funerali

L’addio e un corale saluto di Lanciano domattina a Giuseppe Antonio Gelsomino, 21 anni, deceduto, il 6 agosto scorso, a causa di un colpo di pistola alla testa esploso sulla nave "Staffetta" della Marina Militare a Brindisi.

Il funerale sarà celebrato alle 9.30 nella chiesa dello Spirito Santo, nel quartiere Santa Rita, dove il giovane ha vissuto con l’amata famiglia, nell’abitazione di piazza Mazzini. Celebra don Nicola Di Giampietro con il diacono Alessio Primante, insegnante di Giuseppe, che lo ha conosciuto e che lo ricorda come un ragazzo solare. Saranno in molti a stringersi all’immenso dolore del papà Paolo, della mamma Daniela, della sorella Giorgia a e della fidanzata Maria. Il feretro, rientrato oggi da Brindisi, è stato portato in chiesa per una veglia di preghiera.

Una fine misteriosa e ancora avvolta nel dubbio quella del militare. Il pm brindisino Pierpaolo Montinaro ha aperto un’inchiesta contro ignoti per il grave reato di istigazione o aiuto al suicidio. Il giallo è tutto sulle modalità dell’immane tragedia, su cui aleggia in modo considerevole l’ipotesi di nonnismo. L’autopsia non ha affatto escluso la compatibilità della mortal esplosione con la possibilità dell’istigazione. "Quell’arma era aperta al libero arbitrio e Giuseppe non doveva tenerla – ribadisce l’avvocato Daniela Giancristofaro. Lui non aveva una pistola in dotazione e come ha fatto ad a procurarsela. Attendo e avremo risposte. Non finisce qui, anche se si dovesse trattare di suicidio. Perché doveva ammazzarsi se non aveva problemi. Farò l’accesso agli atti". 

Lo sfortunato marinaio è stato trovato privo di vita una settimana fa, tra le 6 e le 7, nella piccola sala mensa del pattugliatore d’altura. Il corpo era su una panca,  per metà seduto e metà disteso. Questo l'angosciante scenario. L’autopsia, effettuata ieri dal consulente della Procura, Antonio Carusi, perito di parte Raffaele Ciccarese di Lanciano, ha accertato il colpo sparato sulla tempia destra col foro di uscita su quella sinistra. L’ulteriore verità dovrà essere accertata anche nell’ambito di una complessa inchiesta che è in atto, anche attraverso gli interrogatori. In questi dolorosi giorni la Marina Militare è stata vicina alla famiglia di Giuseppe garantendo appoggio e aiuto.

A Lanciano sono giunti anche il comandante della nave "Staffetta", Lorenzo Duranti, e il comandante in seconda Giuseppe Cafania, oltre alla psicologa Chiara Borgini. 12 ago. 2021

Walter Berghella

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