Una violenta deflagrazione, causata da una bomba rudimentale posizionata a bordo dell'autovettura, e pezzi di macchina schizzati anche a sessanta metri di distanza.

Alla guida del mezzo, completamente distrutto, il 21 marzo 2023, in via Bellavista a Bacoli, nel Napoletano, c'era un ufficiale superiore della Guardia di Finanza, Gabriele Agostini, uscito vivo per miracolo dall'attentato. Settimane dopo, ad ottobre, finì in carcere l'autore della violenta esplosione, Franco Di Pierno. Ora il cerchio si è chiuso con altri tre arresti.

La pista è quella familiare e i provvedimenti della magistratura sono per i due - Giovanni Di Ste., 32 anni, e Ciro Caliendo, 46 anni, imprenditore agricolo di San Severo (Foggia) - che hanno fornito l'ordigno, molto potente, "improvvisato, non classificato e azionato col telecomando", destinato ad uccidere il militare che, quel giorno, stava rientrando a casa. Nei guai poi l'ex moglie, quale mandante: avrebbe commissionato l'agguato per contenziosi legati al figlio della coppia, un piccino di tre anni che è stato affidato al padre e che lei aveva paura di perdere.

Le indagini sono state effettuate dai carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli che hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura partenopea, nei confronti dei tre indagati, accusati di fabbricazione di ordigno esplosivo e concorso in tentato omicidio pluriaggravato.

Tra loro c'è la 39enne, ex moglie dell'ufficiale delle Fiamme gialle. Lei, Viviana P., originaria di Roma, vive a San Vito Chietino (Ch) ed è avvocato tirocinante presso il Foro di Foggia. E' l'ideatrice del piano per far fuori il finanziere, stando ai riscontri degli inquirenti. E' stata la mente del diabolico piano. 

L'autore dell'attentato avrebbe quindi agito su disposizioni della donna, che a sua volta ha potuto contare sul contributo di altri complici per il confezionamento dell'ordigno artigianale. Per la donna è stata disposta la custodia in carcere, nella sezione femminile di Madonna del Freddo a Chieti. Per gli altri due sono scattati i domiciliari. 

Dietro il boato e lo scoppio dell'auto, si nascondevano, dunque, screzi coniugali. Il maggiore, che si è salvato riuscendo a tirarsi fuori dall'inferno di fiamme e detriti, aveva infatti riferito di una separazione conflittuale con la moglie e di liti legati soprattutto agli incontri con il loro bambino, con conseguenti reciproche denunce. 17 ott. 2024

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