In tre sotto inchiesta per la drammatica fine di Alessia Prendi, di 12 anni, rimasta uccisa il 31 agosto scorso nel crollo di una vetusta e malconcia altalena all’oratorio della parrocchia di San Pelino, ad Avezzano (Aq).
Sono il parroco, don Antonio Allegritti, 36 anni; il vice sindaco di Avezzano, che attualmente regge il Comune, Domenico Di Berardino e il dirigente dell’Urbanistica, Antonio Ferretti. Sono accusati di omicidio colposo. Nei giorni scorsi i carabinieri hanno ascoltato la donna che era addetta alla chiusura e all’apertura del cancello dell’oratorio dove centinaia di bimbi andavano a giocare.
E' al momento controversa la responsabilità sulla messa in sicurezza dell’area: gli inquirenti stanno da giorni acquisendo la documentazione per stabilire le eventuali responsabilità: preso la delibera numero 54 (approvata il 12 aprile del 2022 dalla Giunta), con la quale la parrocchia di San Michele Arcangelo concede l'uso dei locali, dove il Comune sta effettuando i lavori per poter svolgere le attività sociali, e escluderebbe quindi l’area esterna. Per don Antonio invece tutta l’area che circonda l’oratorio è stata data in comodato d’uso al Comune. La dinamica però appare tristemente chiara: la ragazzina, mentre giocava con un altro piccino, che sarà ascoltato presto assieme ad uno psicologo, è stata colpita sulla testa dalla trave superiore ed è morta, qausi subito, per trauma da schiacciamento del cranio. Vani tutti i tentativi di tenerla in vita.
La trave di legno era appoggiata ai tronchi marci di due pini che hanno ceduto, insieme, all'improvviso.
Tristezza, commozione e lacrime intanto al funerale della ragazzina nella chiesa di San Michele. "E' molto forte in questo momento il desiderio di fare silenzio perché solo il silenzio è il linguaggio del dolore - ha affermato il vescovo dei Marsi, Giovanni Massari - . Le uniche parole che salgono dal cuore davanti alla bara di Alessia sono delle domande. Domande sulla sua morte, sul perché il male si sarebbe accanito con tanta ferocia. Sul perché e sul cosa si sarebbe potuto fare per evitarlo. Una domanda: come può essere possibile un evento così tragico senza perdere l’amore della vita? Si è orfani se si perdono i genitori, si è vedovi se si perde il coniuge. Non c’è parola che descrive quando si perde un figlio. Noi dobbiamo avere la forza di bussare alla porta del Vangelo per recuperare un po’ di speranza". La piccola bara bianca è stata portata a spalla dagli amici di famiglia, in un clima surreale, con una famiglia distrutta, un intero paese che si è voluto stringere attorno ai genitori, Petrit ed Eda e Julia, la sorella di 17 anni, e a tutti i parenti della piccola, giunti dall'Albania, perché il papà e la mamma della vittima sono albanesi ma da anni vivono a San Pelino, amati e stimati. C’erano i compagni di scuola, le insegnanti e i tanti, tantissimi amici dei genitori, la polizia locale in alta uniforme la Protezione civile, i carabinieri, gli alpini, la banda.
In tutto il territorio comunale è stato dichiarato il lutto cittadino e la sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche in programma.
"Ale come faccio senza te? Con chi rido? Con chi piango? Con chi farò pazzie? Con chi mi truccherò? Con chi uscirò? Insomma con chi vivrò? Tu da nove anni sei la mia vita e lo sarai per sempre"... le parole dell’amica Maia. E l'ultimo saluto... "Buon viaggio Ale, è difficile pensare che non ci sei più, eri una guerriera, sapevi rialzarti ad ogni caduta". 05 sett. 2022
ALESSANDRO DI MATTEO
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