Aveva 22 anni Ilaria Di Biase, era di Archi, e da tre lavorava, come cuoca, all’Hotel Rigopiano di Farindola.

E' morta il 18 gennaio 2017 quando una valanga, una massa da 120 mila tonnellate, scivolata giù per la montagna a 100 chilometri all’ora, ha trascinato via e sepolto l’albergo e, con esso, 29 persone, tra ospiti e dipendenti della struttura. Tra le vittime anche Ilaria. A tutte loro, ieri, l’amministrazione comunale di Archi, ha intitolato , nel cuore del borgo, la sala consigliare ristrutturata e riqualficata, che, all’occasione, fungerà anche da centro polivalente. "Sala vittime di Rigopiano", recita una targa all’ingresso dello storico palazzo che s’affaccia sulla centrale Piazza Roma.

"E' un modo per fermare la memoria su quella sciagura - dice Mario Troilo, sindaco del paese - e per ricordare Ilaria, una ragazza che ha perso la vita mentre lavorava, mentre cercava di realizzare i propri sogni". Sono numerosi i familiari delle vittime giunti sul posto da ogni parte dell’Abruzzo, con uno striscione che recita "Mai più". Ci sono anche diversi primi cittadini del territorio e rappresentanti di Regione Provincia di Chieti.

"Un’iniziativa importante - dice Mariangela Di Giorgio, mamma di Ilaria -, perché quello che è accaduto non può essere dimenticato. Lei è il nostro angelo e sono diverse le iniziative che portiamo avanti in suo nome". C’è anche Alessio Feniello, papà di Stefano, altra vittima, che afferma: "La targa sarà sempre di monito agli amministratori che varcheranno quella soglia, perché avranno ben presente che amministrare è una responsabilità, quella che è mancata a Rigopiano nei giorni del disastro". 

Interviste a Mario Troilo, sindaco di Archi; Mariangela Di Giorgio, mamma di Ilaria Di Biase; Marcello Martella, papa' di Cecilia; Alessio Feniello, papa' di Stefano.

Servizio di Serena Giannico e Massimiliano Brutti. 15 giu. '21

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