È Massimo Ranieri l’uomo giusto per risolvere i problemi dei rifiuti a Roma? È “la Repubblica” nell’edizione di Roma del 24 aprile a rivelare che il geologo di Lanciano (Ch), 54 anni, è candidato a guidare l’Ama, la municipalizzata dei rifiuti di Roma. È lui il nome appetibile e spendibile per la Raggi e i grillini romani: con un curriculum di tutto rispetto, il manager, presidente di Eco.Lan Spa, prende quota nella Capitale. 130 i curriculum selezionati, uno ad uno, ma quello di Ranieri è quello col maggior appeal.
Dal 2013 Ranieri è presidente della Eco.Lan S.p.A., la società per azioni a totale capitale pubblico costituita da 59 Comuni soci (equivalenti a 67 Comuni) e che si occupa della gestione integrale dei rifiuti (comprendendo quindi raccolta, trasporto, recupero/riciclo e smaltimento dei rifiuti urbani di una popolazione di circa 200.000 abitanti). Il servizio Eco.Lan abbraccia i residenti nel vasto territorio frentano, Sangro-Aventino, Ortonese-Marrucino e Alto Vastese. Il capitale della Eco.Lan è di 3.028.710,00 euro.
Con la gestione Ranieri per la Eco.Lan si è trattato di un modo nuovo di concepire la presidenza della partecipata: si è passati, caso raro in Abruzzo, dalla “porta girevole” per gli incarichi politici al tecnico al posto giusto. Ranieri è stata una scommessa: è stato designato alla presidenza, per preparazione e competenza, dall’amministrazione di Lanciano guidata dal sindaco Mario Pupillo con la concertazione di altri Comuni, e da allora, dal 2013, la Eco.Lan è decollata come servizio globale sui rifiuti. Numeri, risultati e obiettivi raggiunti sono sotto gli occhi di tutti. I più maligni dicono che senza il salto di qualità portato a Lanciano dalla Eco.Lan il centrosinistra non avrebbe vinto le elezioni nel Pupillo-bis. Retrogusto ancora amaro per alcuni sconfitti.
Di tutt’altro tenore, però, lo “stato di salute” dell’Ama Spa dove dovrebbe andare a presiedere Ranieri. Pur essendo il più grande operatore in Italia nella gestione integrata dei servizi ambientali (è stata costituita 19 anni fa, ha un unico socio, il Comune di Roma, che ne detiene l’intero capitale sociale) oggi è il “cancro” di Roma. È una società che naviga in cattive acque: nel 2016 ha preso 772 milioni, più del 91 per cento di tutti i suoi ricavi (852 milioni); più della metà di quanto ricevuto dall’intero settore dell’igiene pubblica in Italia (1.438 milioni), quasi il doppio del suo costo del lavoro (428 milioni). È un colosso con 7.560 dipendenti e con un bacino di utenza di quasi 3 milioni di persone (2.876.614 persone, anno 2017); tuttavia questi numeri si tramutano in valori mediocri: la percentuale di raccolta differenziata a Roma è solo del 43%, valore notevolmente più basso di Perugia (62%), Milano (56%), Vicenza (67%) e Venezia (65%) città che non prendono contributi stratosferici come l’Ama.
A competere con Ranieri, sempre secondo “la Repubblica” è l’avvocato Luisa Melara ma il profilo del lancianese affascina: progetti e risultati economici i “biglietti” da visita di Ranieri. Per i primi ottima impressione è il nuovo sistema di gestione dei rifiuti differenziati presentato nei mesi scorsi nella Frentania. Per il secondo parlano i numeri: fatturato in ascesa, bilancio in attivo, nuovi impianti e assunzioni.
Se dovesse spuntarla Ranieri, per Roma, nel settore dei rifiuti, potrebbe essere tutt’altra musica. E probabilmente anche per Lanciano. A rovescio però…
Alessandro Di Matteo
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Nella foto Massimo Ranieri. Lo scatto è di Andrea Franco Colacioppo