Lanciano (Ch) - Ha deciso di vederci chiaro il Banco Alimentare Abruzzo-Molise. Vuole far luce sulla vicenda degli aiuti umanitari abbandonati a Lanciano nelle discariche abusive di via delle Fontanelle, arteria che si innesta con la provinciale Lanciano-Atessa e che conduce nell'omonima contrada. Sulla questione ci sono anche accertamenti della Procura e di polizia e carabinieri. Ieri, Cosimo Trivisani, direttore del Banco, dopo aver messo al corrente i vertici regionali e nazionali, ha effettuato un blitz nei posti “incriminati” per rendersi conto della situazione. Lungo l'angusta stradina, tra spazzatura e cespugli, sono stati gettati, a ripetizione, pacchi di alimenti, per la maggior parte non scaduti: biscotti per i più piccoli, pasta di grano duro, parecchio latte, confezioni di legumi di vario genere anche da 24-26 barattoli, passata di pomodoro, marmellate di pesca e di albicocche. Tutto tra il pattume, quasi tutto fasciato dalla scritta “Aiuto Ue-Fead. Prodotto non commerciabile”. Nella nostra regione è proprio il Banco a gestire il 90 per cento delle derrate che arrivano grazie al programma europeo Fead, nato per sfamare indigenti e bisognosi. Un sopralluogo tra i rifiuti, dunque. “Era necessaio, - dice Trivisani - per comprendere. Perché questa vicenda ci sta danneggiando e ci piacerebbe scoprire chi l'ha causata”.
Nel pattume ci sono i rimasugli degli scatoloni di cartone bianco che contenevano la merce. Su alcuni sono impressi i nomi delle aziende produttrici, industrie italiane e spagnole, anche note. Che hanno partecipato ai bandi dell'Unione e, di conseguenza, dei ministeri delle Politiche economiche e dell'Agricoltura. Successivamente avviene la consegna alle organizzazioni e agli enti no profit e a carattere sociale convenzionati. Come il Banco.“Noi – spiega Trivisani – distribuiamo i beni di prima necessità raccolti alle strutture accreditate, che in Abruzzo sono più o meno190 e tra la zona frentana e la Val di Sangro (Lanciano, Ortona, Atessa, Altino, San Vito) circa 15: parrocchie, Caritas, associazioni, confraternite. Il materiale che diamo, in base alle esigenze e al numero delle famiglie assistite, è tracciabile. I controlli sono rigidi”.
E allora come può essere accaduto che un quantitativo di aiuti così cospicuo sia finito tra la sporcizia? “Non sono state rispettate le regole, è evidente. E, dopo aver visionato gli alimenti, ribadisco che non possono essere stati privati cittadini a disfarsene”. E' inalberato Trivisani. “Operiamo al meglio, nella massima trasparenza e serietà, quindi ci spiacciono e ci fanno rabbia certi fatti, certi ingiustificabili comportamenti. Tra l'altro, guardi...”. E mostra un pacchetto di spaghetti confezionato l'11 maggio 2016 e che scade nel maggio 2018. Poi il latte, imbustato il 14 aprile 2016 e con scadenza il 31 ottobre prossimo. I dolci, del 24 marzo scorso e con scadenza il 24 giugno 2017. “Roba fresca...”. Ma è il chili messicano che mette ancora più in subbuglio Trivisani. “Questo sugo, pur se ormai vecchio, conferma che la merce è uscita dal nostro magazzino di Pescara. E' uno sfregio”. 27 settembre 2016
Serena Giannico
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