Elezioni Lanciano. Centrodestra a caccia del jolly che lo riporti alla guida del Comune

Paolo Bomba? Danilo Ranieri? Filippo Paolini? Chi prenderà lo scettro di candidato a sindaco per cercare di affossare, dopo 10 anni, l’amministrazione di centrosinistra-liste civiche?

Chi vivrà vedrà… solo che a Lanciano si voterà a breve (forse primavera, pandemia permettendo) e i cittadini sono curiosi di riporre le speranze in qualcuno che dia certezze. Di vittoria, soprattutto perché "l’importante è partecipare" non appartiene alla politica. Certezze però non ve ne sono. Infatti se nel centrosinistra e liste civiche (Piddì e Progetto Lanciano, Lanciano in Comune) c’è maretta, nel centrodestra non c’è mica mare calmo. Ci sono troppi pretendenti, troppi fuoriclasse che poi quando c’è da mettersi a confronto - leggi ballottaggio - se non accontentati, si tirano indietro. Chiedere, please, ad Ermando Bozza o a Errico D’Amico che ad un filo dalla vittoria, nel 2011 e 2016, si sono visti tagliare il traguardo al fotofinish da Mario Pupillo, proprio al ballottaggio. C’è chi giura e ha giurato "sconfitti dal fuoco amico". Non per vendetta. Per un armistizio perdente. A parole tutti senza poltrona, nei fatti tutti in cerca di una.

Adesso nel centrodestra la cerchia dei "sindacabili" si è ristretta. Ma si è partiti con un ventaglio di nomi sostanzioso (di numero), fra voci ufficiose e autocandidature: l’avvocato Sandro Sala; l’ex-sindaco e pure lui avvocato Filippo Paolini; il cabarettista ed ex veterinario Ivaldo Rulli; il procuratore dei calciatori, avvocato e imprenditore di nuove attività ricreative e ricettive sulla Costa dei trabocchi, Donato Di Campli; l’ex-vice sindaco in era Paolini, Paolo Bomba, l’outsider e avvocato Danilo Ranieri. Ma ci sono i partiti che scremano, rimescolano i propositi e progetti.

Adesso in lizza rimangono Ranieri (Lega) e Bomba (FdI), entrambi con un curriculum politico alle spalle. Il primo stando all’ombra, per lunghi anni, dell’ex senatore  Dc, nonché sindaco di Lanciano dal 1985 al 1992, Nino Polidoro; il secondo per essere stato assessore ai Lavori pubblici nella seconda giunta Paolini, prima dell’avvento dell’amministrazione Pupillo. Ranieri non si è confrontato con le elezioni comunali mentre Bomba sì, sbancando per preferenze nelle ultime due tornate amministrative. Nel 2016 riportò 607 preferenze, il più votato in città; nel 2011 ben 682 (ma rimanendo col cerino in mano perché candidato dentro una coalizione che al ballottaggio si è frantumata…oltre che essersele menate di santa ragione).

Per avere un candidato forte occorre il beneplacito dei partiti, Fratelli d’Italia e Lega. Che si spalleggiano Lanciano e Vasto. Chi si prende Lanciano cede Vasto all’altro così voci di corridoio ad ogni tornata amministrativa. Poi sceglieranno i cittadini. Anche se Fratelli d’Italia in un comunicato ha dichiarato: "Auspichiamo  un confronto sereno tra i dirigenti locali dei partiti ed i rappresentanti delle liste civiche in modo da evitare imposizioni che possano alimentare polemiche e divisioni. In buona sostanza il nostro impegno è rivolto alla costruzione di una coalizione coesa e affidabile composta da persone che vogliono il bene di Lanciano e vogliono costruire un nuovo progetto politico".

Bomba può contare su un appeal di rilievo, conosce bene la macchina amministrativa e soprattutto è di estrazione democristiana, che per una città come Lanciano è come un passepartout. Si è gettato da un anno a destra, dentro Fratelli d’Italia della Meloni, dopo esser rimasto orfano di una formazione centrista che conti in città. Ranieri invece è presentato dalla Lega come uomo fuori dai partiti, nuovo. Può contare sull’onda lunga del salvinismo che in città ha riportato nelle regionali del 2019 ben 4.462 voti (eleggendo Nicola Campitelli, 2.162 voti) pari al 27,65%.  

Paolo Bomba ha dichiarato che sarebbe pronto anche al confronto pre-elettorale delle primarie e nel giro di 48 ore a supporto è arrivato anche il beneplacito di Nuova Lanciano (lista elettorale del 2016 che però in consiglio comunale è rimasta orfana di consiglieri comunali dopo l’addio di Angelo Palmieri dei mesi scorsi). Per la Lega le primarie sono inutili. 

In panchina o in attesa c'è Filippo Paolini che si è messo a disposizione "per il bene della città". C’è chi sussurra che ha una lista civica pronta con un misto di nuovi giovani e suoi fedelissimi. Magari potrebbe essere l’uomo che fa la quadra fra Fratelli d’Italia e la Lega. Per altri potrebbe essere l'"usato sicuro". Per altri ancora è irrealizzabile affidarsi ancora a Paolini perché i due partiti nazionali gongolano per la visibilità mediatica che hanno per cui c’è la necessità di capitalizzare il consenso.

Intesa e progetti comuni sono scaturiti da uno dei tanti colloqui, quello tra Lega Lanciano e il movimento Autonomi e Partite Iva, rappresentato da professionisti, imprenditori e aziende, con referente l'imprenditore ed ex assessore di centrodestra del Comune di Lanciano e della Provincia di Chieti, Eugenio Caporrella. Il coordinatore cittadino della Lega, Fausto Memmo, ha dichiarato che "insieme potremo realizzare progetti importanti, il nostro obiettivo comune è quello di ridare centralità, dal punto di vista economico, alla nostra città attraverso un programma di rilancio condiviso per il commercio e l’industria". I punti programmatici comuni sono stati individuati: la revisione della tassazione per le attività, la semplificazione burocratica e la rivisitazione della viabilità e delle ztl.

In silenzio, dopo un periodo di proposte per sedersi attorno ad un tavolo e mettere giù un programma, c’è anche Tonia Paolucci, 10 anni di esperienza in Comune all’opposizione e candidata sindaco nel 2016 con la lista civica “Libertà in Azione”. Per alcuni fu l’alleanza proprio con la Paolucci da parte di D’Amico, al ballottaggio, a far saltare il banco visto che i “capibastone” (leggasi uomini forti con tante preferenze che aspirano ad assessorati di peso) si ritirarono dalla competizione: “Niente assessorato per me, niente impegno per farti votare al ballottaggio”. E fu Pupillo bis.

Abbiamo raggiunto telefonicamente la Paolucci per capire a che punto è la sua posizione, la sua strategia: "Adesso sto gustando i popcorn… è uno bello spettacolo, glielo assicuro". "Ma se…", proviamo a chiedere. Cade la linea.  17 feb. 2021

Alessandro Di Matteo

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