Elezioni Regione Abruzzo. Fi: 'Anche noi correremo da soli'. Biondi (Fdi): 'No ad autodistruzione'
"Basta con i veti, basati su presupposti fantasiosi e strumentali, che arrivano ogni tre giorni, finalizzati a mettere in discussione l'unità del centrodestra. Cari amici della Lega, anche noi correremo da soli e per vincere". Così il deputato di Forza italia eletto nella provincia dell'Aquila, Antonio Martino, sulle prossime elezioni regionali che in Abruzzo saranno anticipate nel prossimo autunno, in seguito alle dimissioni dalla presidenza della Regione del senatore del Pd Luciano D'Alfonso. Sul dibattito politico in seno al centrodestra con la Lega che ha annunciato la corsa solitaria alla consultazione abruzzese, irrompe anche Forza Italia che per bocca del segretario organizzativo abruzzese, ripaga con la stessa moneta l'alleato alle politiche dello scorso 4 marzo. "Noi siamo il vero centrodestra, l'originale, siamo infatti lontani e distanti dal Pd e dal Movimento Cinque Stelle, con il quale non potremmo mai coesistere - spiega ancora il capogruppo azzurro nella commissione Finanze e Tesoro della Camera -. Siamo stati leali e corretti, abbiamo evitato più volte polemiche difronte a veri e propri insulti della Lega, ora basta - chiarisce il parlamentare - Forza Italia in Abruzzo è il primo partito della coalizione, in controtendenza nazionale, e lo sarà anche alle prossime regionali. Scendiamo in campo da soli facendo appello alle forze moderate, progressiste, illuminate e civiche che hanno sempre costituito la maggioranza non solo in Abruzzo ma in tutto il Paese" - spiega ancora Martino secondo il quale "la nostra regione sarà il laboratorio dove ripartire per mettere in discussione populismi e sovranismi, i cui effetti negativi si vedranno nei prossimi mesi, nel prossimi anni".

"Da Lega e Fi incomprensibile rincorsa alla sconfitta. Si parta dai programmi". E' invece il monito che il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi (Fdi), formula in un intervento sulle divisioni nel centrodestra abruzzese in vista delle elezioni regionali con la Lega che ha annunciato che correrà da sola e con Fi che ha risposto allo stesso modo. Biondi, una volta "archiviate le esternazioni ferragostane e placati gli animi", invita il centrodestra a ripartire "azzerando l'assurda spirale fatta di provocazioni che sta entusiasmando solo grillini e Partito democratico e tornare a discutere del programma di governo da sottoporre agli abruzzesi. Solo dopo si parlerà di nomi e si sceglierà il migliore". "Meriterebbe un'approfondita analisi specialistica il fenomeno per cui il centrodestra dà il meglio di sé quando è sotto pressione e quasi ritenuto morente e, al contrario, quando ha il vento in poppa fa di tutto per autodistruggersi" - scrive Biondi, per il quale citando un sondaggio di 10 giorni fa -, "la crescita del movimento di Salvini, per esempio, avviene a scapito degli alleati: la somma della coalizione, infatti, si attesta al di sotto del 29%, sei punti e mezzo in meno delle politiche del 4 marzo scorso. Di fronte abbiamo due modelli. Uno, vincente, quello dell'Aquila, con una coalizione ampia che va da Fratelli d'Italia all'Udc, passando per le esperienze civiche, con un'offerta umana e politica credibile e con un programma di cambiamento. L'altro, quello perdente, di Teramo, dove il fuoco amico delle rappresaglie ha portato alla sconfitta di una persona perbene, preparata e capace come Giandonato Morra e che ha ridato fiato a un centrosinistra già avviato verso l'opposizione. Spetta solo a noi scegliere se fare dell'Abruzzo il laboratorio di un centrodestra rinnovato e ripensato in chiave moderna oppure se sancire la fine della coalizione così come la conosciamo da un quarto di secolo, pur nelle mille evoluzioni avute, e buttarci a capofitto in un'avventura di cui, prima o poi, potremmo amaramente pentirci", conclude Biondi.  
12 agosto 2018

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