Esponenti a vario titolo della società civile, 28 candidati (16 uomini e 12 donne) di età compresa fra i 20 e i 59 anni. Questo l’identikit della squadra che sostiene Gianluca Baldini nella sua corsa a sindaco di Pescara con “Riconquistare l’Italia”. Il partito promotore di questa iniziativa è il Fronte Sovranista Italiano, che sottolinea che “Riconquistare l’Italia” non è una lista civica, ma un progetto politico nazionale che affonda le sue radici nella Costituzione repubblicana. Quella Costituzione che deve molto a Federico Caffè, celebre economista pescarese di cui Baldini e i suoi sodali vogliono “riportare a Pescara” l’insegnamento, con appuntamenti costanti organizzati anche nelle scuole. Tutto è cominciato 7 anni fa con l’incontro tra Gianluca Baldini e Andrea Franceschelli, altro fondatore della sezione pescarese del partito. Ma qual è il programma che Baldini attuerà per costruire la Pescara che ha in mente?
Presto detto: una città salubre, sicura, bella, accessibile e moderna, individuando come priorità gli interventi volti a garantire la salubrità dell’aria e delle acque marine e fluviali, attraverso un rivoluzionario piano di trasporto pubblico locale, immerso in aree verdi da disseminare in tutto il territorio e che abbia al centro il grande parco dell’area di risulta (idea lanciata anche da Stefano Civitarese di “Coalizione Civica”), nonché i tanto attesi interventi di ammodernamento del sistema fognario, senza contare l’implementazione della rete duale di separazione delle acque meteoriche da quelle reflue.
Tuttavia nel programma di Baldini c’è anche un grande spazio riservato al lavoro, con la ricostituzione delle squadre di giardinieri e manutentori comunali, che saranno in grado di assicurare una presenza costante sul territorio e la cura quotidiana del decoro urbano, al centro delle polemiche in questi ultimi mesi. Fra gli obiettivi del suo governo rientra altresì quello di restituire dignità alla storia della città, partendo dalla cura del centro storico “ormai abbandonato e isolato da scellerati interventi sull’urbanistica e sulla viabilità”, come lo stravolgimento di Piazza Unione e quella che Baldini ritiene “la pessima scelta di aprirvi uno svincolo dell’asse attrezzato”.
Ma durante questa campagna elettorale Baldini sta prendendo duramente posizione anche contro la Grande Pescara, un’idea a favore della quale è tornato in campo Carlo Costantini ma su cui si sono espressi favorevolmente anche gli altri candidati sindaci. L’esponente di “Riconquistare l’Italia”, invece, non perde occasione per manifestazione il proprio scetticismo e la sua perplessità al riguardo, parlando di “disastro finanziario e istituzionale avviato con il progetto della Grande Pescara”: “Le basi del progetto sono tutt'altro che solide e gli studi di fattibilità potrebbero rivelarsi approssimativi su ogni aspetto. Noi non abbiamo nascosto sin dal principio la nostra diffidenza circa il progetto della cosiddetta “Grande Pescara”.
Baldini commenta poi gli emendamenti dell'onorevole Andrea Colletti (M5S) volti a ottenere l'aumento delle insufficienti risorse statali per la fusione dei Comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore: “Restiamo letteralmente basiti - si legge in una nota di Riconquistare l’Italia - nel riscontrare come si sia dovuta attendere la voce critica nostra e del nostro candidato sindaco Gianluca Baldini per iniziare a cercare di porre un timido rimedio (sia pur minimo, parziale e ancora tutto da concretizzare)” a ciò che, come detto, viene definito un “disastro”. E infatti “anche un’eventuale approvazione degli emendamenti pentastellati non basterebbe a limitare i danni di una fusione scellerata; in proposito ricordiamo che le premialità statali per le fusioni resteranno sempre subordinate alla capienza dell'apposito fondo nazionale, come ben noto ai promotori”. I risparmi di spesa che sarebbero generati dalla fusione “restano scritti nello stesso libro dei sogni in cui anni fa abbiamo letto con stupore dei 14 miliardi di risparmi che, secondo qualcuno, sarebbero derivati dal taglio delle Province”.
Baldini critica “la destrutturazione degli Enti comunali che altrove, come nel recente caso di Corigliano-Rossano, ha generato caos istituzionale, disfunzioni nell’erogazione dei servizi e problemi di consolidamento dei bilanci”. E conclude: “Riteniamo che la fusione sia inutile sotto il profilo dell’accorpamento dei servizi, che possono essere gestiti in coordinamento tra diversi Comuni o delegati a livelli di governance gerarchicamente superiori. È già così da tempo per i servizi idrici, per il trasporto pubblico locale, per la pianificazione territoriale sotto il profilo urbanistico e trasportistico, così come per i coordinamenti delle infrastrutture portuali. Siamo riusciti a fondere tre grandi società di trasporti, si sta già procedendo in tal senso con le società di raccolta e gestione dei rifiuti e non mi sembra impossibile gestire coordinatamente il servizio di polizia municipale. Riteniamo che la fusione sia inutile, e anzi dannosa, sotto il profilo della gestione ordinaria della città, perché Spoltore e Montesilvano saranno destinate a diventare grandi periferie e le risorse aggiuntive promesse dai promotori che dovrebbero compensare questi squilibri sono solo fumo negli occhi”.
@RIPRODUZIONE VIETATA