Sciopero dei lavoratori della Trigano Van di Paglieta. 'Produzione al ralenty a causa di Sevel'

Hanno deciso di scioperare i dipendenti della Trigano Van di Paglieta (Ch). Lo fanno a difesa dell'occupazione.

E non perché l'azienda è in crisi per mancanza di ordinativi. Ma perché l'azienda è in crisi perché ha troppe commesse e non riesce ad evaderle, a causa di Sevel che, a seguito della crisi della componentistica, provocata dal Covid-19 e peggiorata dagli scenari bellici, non realizza abbastanza furgoni.

La fabbrica del Ducato, che fa capo a Stellantis, da mesi va avanti con interruzioni e blocchi della produzione che si svolge a singhiozzo. Fatto che sta mettendo in difficoltà le imprese dell'indotto e che ha stravolto l'esistenza di Trigano, che va al ralenty. Che andava in pompa magna e che si è trovata all'improvviso, e per cause esterne, costretta a ridimensionare i propri obiettivi di sviluppo.

"L’azienda in questione - rimarca in una nota la Fiom Cgil Chieti, con il segretario Andrea De Lutis - è leader nella produzione di van e, in questa fase, sta registrando un importante sviluppo a seguito di una forte richiesta di mercato". Negli ultimi due anni la manodopera è passata da 160 dipendenti agli attuali 409, "che in realtà - fa presente il sindacato - fino a qualche mese fa erano circa 480. Oggi i lavoratori - sottolinea - subiscono la cassa integrazione in una maniera molto feroce, più di tutte le aziende dell’intera provincia. Il paradosso è che la richiesta di van è altissima, ci sono un numero importante di veicoli già venduti ma non si riesce a produrli per la mancanza della base, degli chassis, che vengono forniti esclusivamente da Sevel". Nelle scorse settimane c’è stata una trattativa in merito all’ utilizzo di piattaforme diverse dal Ducato fra Trigano Spa e Stellantis. "Ma le consegne, nonostante gli impegni presi, stentano a partire. Siamo molto preoccupati per la tenuta occupazionale: nei prossimi mesi - dice De Lutis - ci saranno molte scadenze di contratti a tempo determinato". E, in questa complicata situazione potrebbero non essere rinnovati.

"La tensione dei lavoratori è alle stelle". E, per tali ragioni, braccia incrociate, per protesta, il prossimo 11 maggio, con sit in davanti allo stabilimento, dalle 10 alle 12. Per l'occasione è stata inviata anche una lettera alle istituzioni, per metterle a conoscenza di quanto sta avvenendo. La missiva è stata inviata al prefetto di Chieti, Armando Forgione; al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio; al presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri e ai gruppi consiliari  regionali. "Ci rendiamo disponibili - conclude De Lutis - a qualsiasi approfondimento e chiediamo a tutte le parti tirate in causa di mettere in campo le azioni necessarie atte al superamento di questa fase paradossale". 04 mag. 2022

SERENA GIANNICO

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