'No ai 17 turni in Sevel. A rischio la salute e le esigenze dei lavoratori'

No ai 17 turni. L'Usb (Unione sindacale di base)  scende in campo contro "la volontà e l’esigenza" di Sevel  "di partire a maggio con i 17 turni lavorativi, ma con il turno notturno fisso e non a rotazione, in pratica all'azieda - viene detto in un comunicato - non basta nemmeno tutta la libertà di scelta offerta dal contratto collettivo specifico". L’Usb si dice  assolutamente contraria a questa ipotesi in quanto , spiega nel documento,  "studi scientifici, come quello effettuato dall’Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) di Lione e da altri enti di ricerca, hanno evidenziato come ci sia un nesso tra lavori con turnazioni e aumento di probabilità di malattie cardiovascolari e neoplasie. In particolar modo se si lavora per lunghi periodi solo su turno di notte queste percentuali sono ancor più alte in quanto l’organismo non produrrebbe quantità sufficiente di melatonina, sostanza che riduce la possibilità di formazione di alcune tipologie di tumori (polmone,seno, ecc.)". 

Inoltre - viene aggiunto -, "sconvolgerebbe la vita quotidiana di tanti non permettendo una facile coniugazione tra vita lavorativa e famigliare. Non ci sarebbe nessun beneficio a livello economico per i dipendenti. Non ci sarebbe nessuna riduzione dell’orario settimanale a parità di salario, come sta accadendo in tutta Europa, che permetterebbe anche una mitigazione dell’impatto della nuova rivoluzione digitale (Industria 4.0) sui livelli occupazionali dei prossimi anni. Comprendiamo - si sottolinea - che l’aumento di produzione è positivo ma riteniamo non più rimandabile un serio ragionamento sulla riduzione dell’orario di lavoro settimanale a parità di salario.

L’Usb sta elaborando "una proposta da sottoporre ad azienda, istituzioni varie e al Mise ecc. per una riduzione di orario settimanale di lavoro a parità di salario. Essa consiste in 4 turni giornalieri da 6 ore ciascuno dal lunedì al venerdì; un turno da 6 ore al sabato mattina. Tale turnazione - viene sottolineato - andrebbe a soddisfare le esigenze produttive dell’azienda (aumento di produttività), e non andrebbe ad incidere negativamente sulla vita delle persone, logicamente tale turnazione dovrebbe essere sovvenzionata da fondi pubblici, destinando, ad esempio, al progetto una piccola parte dei 4/5 miliardi di euro annui che gli ultimi governi danno per la cosiddetta Industria 4.0 e che inevitabilmente rendono più competitive le aziende, a scapito della capacità occupazionale ( si prevede nei prossimi anni una perdita del 40% dei posti di lavoro in tutta Europa). Si può inoltre attingere al fondo Europeo per l’occupazione; si possono creare  sgravi fiscali regionali e statali".

"Tale progetto - dice l'Usb - necessita di tempi realizzativi non brevissimi e comunque andrebbe fatto partire entro la fine del 2019, mentre per andare incontro alle esigenze produttive dell’azienda, nell’immediato, proponiamo che i 17 turni richiesti vengano svolti, temporaneamente, con completa rotazione e il sabato con due turni di 6 ore con un incentivo, visto che si chiede un sacrificio ai lavoratori, di 40 euro sul sabato mattina e 60 sul pomeriggio. Ciò comporterebbe un iniziale riduzione dell’orario lavorativo settimanale senza alcuna perdita salariale. E’ naturale che questa dovrebbe essere una soluzione tampone, per passare ai 4 turni da 6 ore che permetterebbero di portare le ore lavorative annue a circa 1.500 come già accade in Francia, Germania e in altri Paesi del nord Europa dove, guarda il caso, il tasso di occupazione è notevolmente più alto rispetto a paesi come l’Italia, la Spagna , la Grecia, ecc. dove l’orario settimanale è ancora al di sopra delle 40 ore".

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