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Un fantoccio, con una tuta da lavoro blu, che penzola, impiccato, e sotto la scritta "Unione Europea assassina".

Approda in Val di Sangro (Ch), cuore produttivo della regione, sia per l'industria che per le sue coltivazioni, la protesta degli agricoltori abruzzesi. Trattori sul lungomare ieri a Fossacesia. Arrivano in tanti, di buon'ora, dalla zona del Vastese. E, un po' più tardi, numerosi altri mezzi agricoli, scesi da Atessa e dalle zone collinari e montane, si uniscono ai primi. E' un serpentone rumoroso, che a colpi di clacson, si fa strada, rallentando il traffico sulle statali e dando vita alla mobilitazione, pacifica ma decisa, che si svolge sotto lo sguardo di un cordone di poliziotti e carabinieri.

Le ragioni, ormai note, della lotta, "che proseguirà fino a Roma", promettono, vengono ribadite innanzitutto dai numerosi cartelli che troneggiano impettiti sui musi e sulle benne dei trattori: "Salvare il Made in Italy", "No alle cavallette e ai grilli a tavola", "Noi agricoltori italiani vogliamo il nostro grano, non la farina di insetti. Restiamo uniti e non diamola vinta", oppure "Per un chilo di grano riceviamo 0,35 centesimi; un chilo di pane costa 4 euro". C'è un manifesto mortuario che tappezza un'auto: l'addio è a "L'agricoltura, madre eterna di migliaia di generazioni", deceduta "dopo una lunga agonia".

"Sì siamo alle strette - rimarcano alcuni giovani -. A causa dei dettami assurdi, che arrivano dall'Europa, e dei continui rincari, di materie prime e carburanti, molte aziende hanno chiuso. Altre boccheggiano, non riuscendo a sopportare costi insostenibili e a fronte di guadagni irrisori. Ci stanno strangolando con le tasse e poi c'è il gasolio arrivato alle stelle. Non esiste possibilità di un futuro, così".

"Se a Sanremo si ride, in campagna si piange”, recita un cartello che tira in ballo anche la celeberrima kermesse sonora. "Con queste manifestazioni - viene sottolineato da più agricoltori - cerchiamo di difendere i nostri prodotti, i nostri valori, il territorio e il nostro lavoro. Per portare avanti le nostre attività sborsiamo euro e veniamo pagati in centesimi: chiediamo una giusta remunerazione e di essere un po' più rispettati. Siamo stanchi di subire. Non è una forma di ribellione, questa, ma di autotutela”.

Sit in e poi via, tutti in direzione Atessa, dove per l'intero week end, fino a domenica sera, i trattori sosteranno, in presidio, in piazza Abruzzo. Mentre un allevatore chiede: "Tu cosa vuoi mangiare, stasera, una fiorentina o una bistecca sintetica o magari in 3d?”  02 feb. 2024

SERENA GIANNICO

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