Lanciano. Ecolan contro ddl 'Concorrenza'. 'No a privatizzazione rifiuti: a rischio anche posti lavoro'

"L’intento è procedere ad una privatizzazione a larga scala". Esprime preoccupazione la EcoLan Spa, società pubblica di gestione integrata dei rifiuti in 71 comuni della provincia di Chieti, per il recente disegno di legge, cosiddetto decreto “Concorrenza”, presentato dal Governo al Parlamento, da cui emerge la volontà di avocare al Governo centrale in via esclusiva la riforma di tutti i servizi pubblici locali (Spl), compresi il servizio integrato di gestione rifiuti e quello idrico.

Approvato dal Consiglio dei ministri, l’obiettivo del ddl “Concorrenza” è di introdurre una maggiore concorrenza nella filiera di gestione dei rifiuti. Un aspetto questo che, per il presidente di EcoLan, Massimo Ranieri, e per i sindaci dei Comuni soci, "rappresenta il chiaro intento di procedere a privatizzazioni su larga scala che favoriscano le grandi multiutility di settore quotate in borsa".

"La ratio dell’intero disegno di legge, e in particolare dell’articolo 6, - viene evidenziato - è quella di collocare sul mercato tutti i servizi pubblici locali, relegando la gestione dei Comuni con il ricorso alla formula dell’in house providing, a sole ipotesi eccezionali che prevedono obblighi stringenti, tra cui quello ad esempio di sottoporre la propria scelta di autoproduzione al giudizio dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato".

Per Ranieri "tutto questo accade perché il Governo sembra aver dimenticato l’esito del referendum abrogativo del 2011; della sentenza della Corte Costituzionale del 2012 e di quello dell’ordinanza della Corte di Giustizia dell’Ue del 6 febbraio 2020 che tra l’altro ci riguarda direttamente (rifer. Contenzioso Ecolan/Rieco) che hanno ribadito a chiare lettere che gli affidamenti in house non rappresentano un’eccezione per il diritto europeo, ma si pongono sullo stesso piano di quelli che avvengono mediante gara o del partenariato pubblico-privato".

Dentro il provvedimento c’è anche altro perché la delega prevede, fra l’altro, una revisione della disciplina dei regimi di proprietà delle reti, degli impianti e delle altre dotazioni, che potrebbe comportare il rischio di uno spacchettamento delle società in house e, di fatto, la fine della gestione pubblica del servizio integrato di gestione dei rifiuti.

"L’articolo 6 insomma – prosegue Ranieri - rappresenta un vero e proprio intervento a gamba tesa del Governo sulle prerogative costituzionali dei Comuni e alla loro discrezionalità amministrativa, obbligandoli di fatto a consegnare tutti i servizi pubblici locali in mano al mercato azionario e alle grandi società multiservizi quotate in Borsa, esautorando gli enti da ogni forma di controllo pubblico”. “Ieri - continua il presidente di EcoLan spa – nella sede della società, si è tenuto un importante incontro con tutte le sigle sindacali aziendali (Fp-Cgil; Fit Cisl; Uil Trasporti; Fiadel) che condividono le preoccupazioni sul disegno di legge, manifestate anche nel corso dello sciopero dell’8 novembre, soprattutto per il risvolto che potrebbe avere in termini di occupazione e di contrattazione collettiva per un settore che è stato cruciale nell’affrontare la fase più critica della pandemia da Covid-19 e che sarà strategico per il processo di transizione ecologia con l’attuazione del Pnrr".

"Con tutte le rappresentanze sindacali - conclude Ranieri - si conferma una proficua e stretta collaborazione, tanto che sono stati sottoscritti importanti accordi sindacali aziendali relativamente a utilizzo degli impianti di videosorveglianza ed apparecchiature di localizzazione satellitare gps e al disciplinare il segmento produttivo relativo ai conducenti di scarrabili, prevedendo una flessibilità relativa alle ore lavorative; alla corresponsione agli operatori della premialità annuale per gli anni 2022 e 2023".

Ecolan si dice "pronta ad affrontare le sfide del prossimo futuro per l’attuazione del Pnrr e per accelerare il processo di transizione ecologica, a patto che i politici lo consentano". 13 nov. 2021

Alessandro Di Matteo

 

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