Prosegue lo stop produttivo in Sevel, ad Atessa, e negli stabilimenti dell'indotto a causa del Coronavirus.
E' stato reso noto, nella tarda mattinata di oggi dalla direzione aziendale collegata in call conference con i sindacati, cioè Fiom, Uilm, Fim, Uglm e Aqcfr. Il fermo, quindi, è prorogato fino al 26 aprile, salvo nuovi provvedimenti da parte del Governo. A seguire ci saranno comunicazioni settimanali.
"Riteniamo che per l'avvio della fase 2 - scrive in una nota la Fim Cisl - debbano essere inserite nuove misure sanitarie, come test srierologici e applicazioni per monitorare la sintomatologia, altrimenti si correrà il rischio di dover chiudere nuovamente, con danni incalcolabili per le famiglie e per il sistema economico del Paese. Ci sono anche troppe piccole e medie fabbriche - prosegue - che non hanno ancora adottato alcuna precauzione anti contagio, ecco perché i protocolli di sicurezza debbono essere resi obbligatori ovunque".
Con Fca - viene ricordato - "è stata siglata un'intesa, ed è l'unica nel panorama industriale, che prevede l'utilizzo di strumenti tecnologici come lo scanner per misurare la temperatura; rispetto delle distanze sociali; tutela dei alvoratori con patologie, costante attività di pulizia e sanificazione, sistemi di ricambio di aria, informazioni ai dipendenti; smart working, spacchettamento pause mensa due mascherine di protezione per ogni turno...".
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