Atessa. 'L'azienda Cornaglia vuole delocalizzare in Piemonte'

No alla delocalizzazione delle lavorazioni del serbatoio benzina destinato ai furgoni con impianto a metano prodotti da Sevel.

C'è preoccupazione da parte di Fiom, Uilm e Fim rispetto dalla decisione dell'azienda Cornaglia di Atessa (Ch) di portare altrove, fuori regione, parte delle produzioni che adesso vengono effettuate in Val di Sangro. Il 3 e il 27 luglio, sulla questione, ci sono stati incontri con l'azienda e poi si sono svolte le assemblee con i dipendenti, a seguito delle quali i sindacati hanno inviato una lettera alla proprietà, con dichiarazione dello stato di agitazione.


"Non condividiamo e non comprendiamo - dicono le organizzazioni sindacali - le motivazioni addotte dai vertici aziendali che parlano della necessità di un contenimento di costi, con l'eliminazione di spostamenti logistici del prodotto da Atessa a Beinasco, in PIemonte, per le rifinuture e il completamento dei pezzi realizzati".

"Ribadiamo con fermezza - aggiungono - che questa produzione, vitale, non può essere scippata allo stabilimento abruzzese, già carente di commesse. E' palese la volontà di sfogliare... la margherita.
In Val di Sangro esistono imprese che possono completare senza problemi le fasi di verniciatura che oggi mancano in Cornaglia, sicuramente con un costo più contenuto rispetto alla soluzione attuale. Bisogna non tralasciare il fatto che produrre tutto ad Atessa porterebbe anche un vantaggio all’ ambiente con una produzione a km 0".

"Siamo preoccupati - viene sottolineato - delle scelte che la Cornaglia si appresta a fare; siamo convinti che tale azione prefiguri un disimpegno in provincia di Chieti e questa convinzione è rafforzata dalla mancanza di alternative e di assoluta incertezza. Chiediamo che le produzioni non vengano trasferite nel Torinese e che la politica sostenga questi lavoratori".

E no al trasloco delle produzioni in Piemonte arriva anche dal Pd di Atessa secondo cui se la decisione "dovesse avere seguito, avrebbe delle ripercussioni negative con conseguente impoverimento industriale della povincia di Chieti". Il Partito democratico "esprime vicinanza ai 25 dipendenti e allo stesso tempo si appella alla Regione, e in particolare all’assessore alle Attività produttive, Mauro Febbo".

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