Licenziato, per due volte. Succede alla Fca Plastics Unit di Atessa (Ch). E la denuncia arriva dai Cobas.
E' stato preso di mira - dice il sindacato in una nota - un rappresentante della nostra confederazione". Le vicissitudini del lavoratore, del '76, di San Salvo (Ch), cominciano del 2010 quando, "per giusta causa", viene messo alla porta. Allora la fabbrica si chiamava Pcma (Plastic components and modules); nel 2015, poi, la cessione a Fca. Il 7 febbraio del 2011 la sentenza del Tribunale di Lanciano che dichiara illegittimo il licenziamento e impone il reintegro del dipendente. L'uomo è assistito dagli avvocati Carmine Di Risio e Marialucia D'Aloisio, del foro di Vasto (Ch).
L'azienda gli ricomincia a pagare lo stipendio, senza reimmetterlo però nel sistema produttivo. Lui, effettivamente, rientra in fabbrica solo 4 anni dopo, il 30 settembre 2015. Ma i problemi, a quanto pare, non finiscono. "Viene costretto - affermano i Cobas - a mansioni non confacenti al suo livello di inquadramento; viene confinato in una stanza, in un magazzino, in un soffitto, senza che gli vengano assegnati compiti idonei da svolgere... Anche col ruolo di supervisor la vita lavorativa è difficoltosa. Nel più classico delle consuete misure punitive adottate in altri stabilimenti del gruppo, - rincarano i Cobas - ecco continui cambiamenti di ruoli, incarichi a dir poco umilianti, talvolta isolato da tutti...". Così passano anni...
Per le proprie condizioni di salute, per le patologie da cui è afflitto, il dipendente, come da certificati medici, non può svolgere lavoro notturno. Ma secondo Fca è invece idoneo al turno di notte che gli viene imposto. Ed è qui che scatta il secondo licenziamento, del 21 ottobre scorso.
"Tutta la vicenda - raccontano i Cobas - ha generato una certa instabilità nel dipendente, recandogli una serie di problemi di salute, fino a quando, nei giorni scorsi, sull’ennesima disposizione del medico competente, veniva adibito al turno di notte, nonostante le certificazioni di inidoneità dello specialista. Fatto segnalato alla direzione del personale, la quale senza ulteriore richiamo gli trasmetteva la lettera di licenziamento. Conosciamo benissimo tali atteggiamenti... addomesticare uno per educare gli altri".
"Probabilmente - conclude il sindacato - la dirigenza pensa che con lo strumento del licenziamento, si possano risolvere problemi aziendali altrimenti irrisolvibili! Chiediamo il reintegro immediato del nostro rappresentante sindacale e che vengano applicate le disposizioni del giudice del lavoro del Tribunale di Lanciano". Il "nuovo" licenziamento è stato impugnato.
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Nella foto lo stabilimento Fca di Atessa