Ancora cassa integrazione nello stabilimento Stellantis Europe di Atessa (Ch).
E’ stata annunciata, questa mattina, durante una riunione appositamente convocata dalla direzione di fabbrica, ai sindacati, al comitato esecutivo di Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcf.
Data “l'attuale situazione di mercato”, di stallo, l’azienda ha comunicato di dover fare ricorso “precauzionalmente e in modo preventivo” ad una ulteriore settimana di cassa, dal 23 al 29 settembre inclusi. Il provvedimento riguarderà tutti i dipendenti.
Sulla questione interviene, con una nota, il deputato del Pd, Luciano D’Alfonso che, per entrare nel merito della crisi che sta attanagliando l’ex Sevel, parte da lontano. “Nel 2021 - ricorda - il Comune di Atessa (ente capofila) insieme ad altre 22 amministrazioni della Val di Sangro ha presentato al ministero per il Sud e per la coesione dell’epoca il progetto per un Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) che prevedeva circa 500 milioni di euro finalizzati a radicare la produzione in quell’area con la creazione di un parco energetico, infrastrutture e un centro di ricerca sull’automotive. Inoltre, il piano prevedeva anche opere per rendere più vivibile e attrattivo il territorio. Nel maggio dello stesso anno il direttore generale dell’Agenzia per la coesione, Paolo Esposito, ha trasmesso la proposta alla Regione Abruzzo per la necessaria istruttoria, ma da Palazzo Silone non è mai arrivata alcuna risposta. Il centrodestra si è limitato a istituire un tavolo (si potrebbe definire estetico) sull’automotive che, dal suo insediamento nel 2022, ha prodotto solo chiacchiere”.
"Stiamo parlando - rimarca D’Alfonso - di un settore che in Abruzzo occupa circa 23.000 addetti, di cui 20.000 in provincia di Chieti, con un fatturato di 8 miliardi di euro che rappresenta il 48% dell’export dell’intero territorio regionale. Un settore di cui Stellantis è la punta di diamante, e i venti di crisi e di una possibile delocalizzazione in Polonia mettono a rischio un’azienda vitale per la nostra economia". D’Alfonso chiede che fine ha fatto il Contratto istituzionale; perché la Regione non ha mai risposto al ministero; a che serve un tavolo sull’automotive che in due anni non ha fa nulla di concreto". E poi chiede un "Consiglio regionale sulla fragilità incombente dell’automotive nella Val di Sangro". "A chi dobbiamo rivolgerci per far entrare questo tema a Palazzo dell’Emiciclo? A Trump, a Dolfi, o alla Procura di Lanciano?"
La Fim Cisl, invece, sollecita "un dialogo costruttivo e propositivo tra tutte le parti coinvolte. In questo momento delicato per il settore e per il nostro territorio, - dichiara - non abbiamo bisogno di polemiche sterili tra le diverse fazioni politiche, siano esse di destra o di sinistra. È essenziale che ci sia una condivisione degli intenti volta al miglioramento delle infrastrutture e al rilancio della produzione. Da parte sindacale, - sottolinea - ribadiamo l’importanza di sottoscrivere tra la multinazionale e il governo un protocollo di impegni veri per quanto riguarda investimenti e tutele occupazionali". Poi l'appello agli altri sindacati: "E' fondamentale che le organizzazioni sindacali lavorino in maniera coordinata e solidale, per garantire il miglior risultato possibile per i lavoratori e per l'intero settore industriale". 28 ago. 2024
@RIPRODUZIONE VIETATA