Uccisione orsa Amarena: indagato 56enne di San Benedetto dei Marsi. Minacciato, è sotto vigilanza
GUARDA LE FOTO

Un solo colpo, ben centrato. 

"E' stata attinta dalla parte laterale e centrale dei polmoni e quindi probabilmente è morta per una emorragia interna, con una lunga agonia che noi abbiamo vissuto in diretta", così la guardiaparco, Michela Mastrella, arrivata per prima sul luogo dell'uccisione. L'Abruzzo sconvolto dopo che un 56enne di San Benedetto dei Marsi (Aq) ieri sera ha ammazzato a fucilate l'orsa Amarena, così ribattezzata perché era ghiotta di cicliegie, molto amata da tutti, adorata per le passeggiate nei borghi e nei boschi con i suoi cuccioli. 

Qualcuno la scorsa notte ha pensato di stroncala, imbracciando un'arma e finendo mamma orsa. Mentre i due cuccioli al seguito, impauriti, sono dispersi. 

A premere il grilletto un commerciante. "Il signor Andrea Leombruni, colui che ha ucciso a fucilate l'orsa Amarena ed a cui auguriamo una lunga vita ed ottima salute, può star tranquillo - afferma in una nota l'associazione "Salviamo l'orso" - che useremo tutti i nostri avvocati e tutto il tempo ed il denaro di cui ci sarà bisogno per far sì che rimpianga ciò che ha fatto. Abbiamo fatto lo stesso con chi uccise senza motivo un orso a Pettorano sul Gizio (Aq) nel 2014; lo faremo anche con lui, perché un orso non vale una gallina, perché un orso è specie protetta in Europa, in Italia, in Abruzzo e dunque anche a San Benedetto dei Marsi; perchè Amarena non ha mai costituito un pericolo per l'uomo come anche le sue immagini di nemmeno tre giorni fa a San Sebastiano dei Marsi hanno mostrato. Chiederemo al signor Leombruni un risarcimento milionario che lo costringa a passare i prossimi anni tra avvocati e aule di tribunale come è accaduto al suo omologo a Pettorano e se Dio vuole alla fine di questo lungo procedimento utilizzeremo il suo denaro per aiutare i nostri orsi. Costringeremo il signor Leombruni a ripensare spesso alla serata di ieri e a chiedersi se forse non sarebbe stato meglio per lui lasciar andar via Amarena e poi chiamare noi o il Parco per ottenere un equo rimborso... magari per il doppio del valore dei suoi preziosi polli".

Lo sparatore si è giustificato dicendo che si è spaventato. "L'ho trovata dentro la mia proprietà, è stato un atto impulsivo, istintivo", ha buttato lì tentando di giustificarsi. Poi: "Ho creduto fossero ladri". Ci sono indagini dei carabinieri e la Procura di Avezzano (Aq) ha aperto un fascicolo sulla vicenda. Lui, lo sparatore è stato denunciato. Gli viene contestato il 544bis del Codice penale, ossia chiunque procuri per crudeltà o senza necessità la morte di animali: rischia dai 4 mesi ai 2 anni di carcere. C'è l'aggravante che si tratta di un orso, specie tutelata. I militari della stazione di San Benedetto dei Marsi hanno sequestrato tutte le armi in suo possesso ed il bossolo esploso. Contestualmente il pm Maurizio Maria Cerrato, titolare del fascicolo ha nominato l'esperto di balistica, Paride Minervini, per tracciare l'esatta traiettoria del colpo di fucile che ha ucciso l'orsa Amarena rispetto alla posizione dell'indagato.

I social si sono scatenati e all'esercente sono state recapitate minacce di morte e commenti al vetriolo, tanto da rendere necessaria la vigilanza armata fuori dalla sua villa, quella dove ha abbattuto il plantigrado. Subito dopo la sua identificazione, alcune piattaforme hanno pubblicato la foto e le generalità complete. Di qui la decisione della magistratura di mettere guardie fuori il cancello di casa. 

Annuncia una denuncia la Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, con la sua presidente e parlamentare Michela Brambilla. E' un crimine orribile, ripugnante, sconvolgente, - rimarca - non solo perché è costato la vita a un animale simbolo, di una sottospecie strettamente protetta da cent'anni e sempre in pericolo d'estinzione, ma perché Amarena era popolare e accettata dalla grande maggioranza della popolazione, anche quando si faceva vedere per le strade dei paesi, e soprattutto perché era una mamma", sottolinea la deputata di Forza Italia.

Particolarmente scosso il paese di Villalago (Aq) che negli anni è stato modello di accoglienza per l'orsa e i suoi piccoli  come ricorda l'amministrazione comunale. "La nostra comunità ti aveva accolto e protetto, te ed i tuoi cuccioli, potendo con rispetto ammirare lo spettacolo della natura". "Perdiamo un pezzo di cuore e un pezzo della nostra storia", aggiunge il sindaco Fernando Gatta.

Dal 2010 ad oggi 15 orsi sono stati trucidati nel centro Italia di cui tre nel territorio dei parchi del centro Abruzzo. Gli esemplari, negli anni, sono stati vittime di bocconi avvelenati, malattie trasmesse da bestiame da allevamento, bracconaggio. La stessa sorte di Amarena è toccata il 12 settembre 2014 a un altro orso bruno marsicano nel territorio comunale di Pettorano sul Gizio. L'autore dell'episodio è stato condannato nel 2021 dalla Corte di Cassazione al pagamento delle statuzioni civili. Il destino di mamma Amarena si incrocia con quello di suo figlio, Juan Carrito, star dei social e simbolo dell'Abruzzo, investito da un'auto e morto lo scorso gennaio sulla statale 17 nel territorio di Castel Di Sangro (Aq). 

Si cercano adesso i cuccioli di Amarena, notte e giorno, anche con droni, per aiutarli e rifocillarli.  Si invita chiunque a segnalare, al numero di emergenza 112, eventuali avvistamenti che possano portare al salvataggio dei cuccioli di orsa che, se abbandonati, potrebbero non sopravvivere a lungo. 

IIl Wwf: "Ad essere uccisa da un colpo di fucile e dall’ignoranza è una delle femmine di orso più prolifiche della storia recente della residua popolazione di orso marsicano. Un’orsa confidente, ma del tutto pacifica, Amarena era entrata nell’immaginario collettivo ed era divenuta orgoglio di una terra che ha nell’orso un simbolo della sua natura e della ricchezza del suo territorio. E' necessario - esorta l'associazione - che le indagini accertino rapidamente come si sono svolti i fatti. Nel nostro Paese, purtroppo, le leggi non sono idonee a punire in maniera adeguata i responsabili di gesti tanto efferati, e anche quelle esistenti non vengono quasi mai applicate rigorosamente. E' tempo di adeguare l’efficacia del sistema sanzionatorio e di investire sulla vigilanza del territorio in funzione preventiva e repressiva. Il Wwf intende costituirsi parte civile".

"Amarena - commenta l’organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), che condanna quanto avvenuto come fa pure l'Enpa -Ente nazionale proteziona animali - è l’ennesima vittima non solo della pericolosità sociale d’individui cui pure si concede il porto d’armi, ma anche del clima d’odio nei confronti dei grandi carnivori fomentato in Italia da alcuni esponenti politici.
"Mentre il personale del Parco è alla ricerca dei due cuccioli, evidenziamo come questa tragedia sia una delle conseguenze della 'caccia alle streghe' che alcune amministrazioni locali stanno aprendo in Italia nei confronti di orsi e lupi colpevoli solo di fare gli orsi e i lupi. Ricordiamo che a livello nazionale si sta tentando di deregolamentare la caccia nei confronti di specie protette anche a livello europeo, cercando la sponda della stessa Ue. L’uccisione di Amarena e il dramma che stanno ora vivendo i suoi cuccioli è l’espressione di una propaganda malata, che crea paura e punta solo a intascare voti di chi vuole la legge del taglione per qualche danno, sempre risarcito. Il tono addolorato del comunicato del Parco è tono molto diverso da quello di altri gestori di territori in cui sono presenti i plantigradi. La nostra battaglia per la loro difesa nelle aule giudiziarie non si fermerà". Anche in questo caso si parla di costituzione di parte civile.

"L’uccisione di una femmina di orso marsicano rappresenta un episodio grave, sui cui è doveroso fare quanto prima chiarezza - esorta il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto -. Sono in costante contatto con tutti i soggetti istituzionali che in queste ore lavorano per far luce sulla vicenda: è necessario adesso il massimo coordinamento tra ministero, regioni, Ente Parco, Ispra, Cufa, sindaci e prefetti. Il nostro impegno è rivolto anche alla protezione dei cuccioli dell’orsa, facendo di tutto affinché possano restare in libertà. Invito infine a moltiplicare l’impegno nell’osservare comportamenti corretti per prevenire ogni possibile conflitto tra gli animali e le persone". 01 sett. 2023

SERENA GIANNICO

@RIPRODUZIONE VIETATA

totale visualizzazioni: 10714

Condividi l'Articolo