Non si ferma l’azione del Wwf contro la riduzione del 98% della Riserva del Borsacchio da parte della Regione Abruzzo.
Nei giorni scorsi l’associazione ambientalista ha presentato alla presidente del Consiglio dei Ministri e al ministro dell’Ambiente la richiesta di promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale in merito all’articolo 25 della Legge di bilancio della Regione Abruzzo numero 4/2024, la legge che, accogliendo l’emendamento proposto da alcuni consiglieri di maggioranza, ha ridotto a soli 24 ettari l'area naturalistica, eliminando tutta la fascia retro-costiera e collinare.
Nel documento presentato dal Wwf Italia vengono sollevati diversi punti di illegittimità costituzionale, ampiamente documentati.
Innanzitutto, è stata evidenziata l’illegittimità costituzionale del procedimento seguito.
"È totalmente mancato, - rimarca il Wwf - il coinvolgimento degli enti locali interessati dalla presenza della Riserva, come invece è previsto dalla legge dello Stato sulle aree naturali protette (Legge 6 dicembre 1991, numero 394), visto che la riduzione di una riserva del 98% di fatto equivale alla totale ridefinizione della stessa e quindi ad una sua nuova istituzione. Il Comune di Roseto degli Abruzzi ha chiaramente manifestato la propria contrarietà alla riperimetrazione con la delibera del Consiglio Comunale numero 1 del 12 gennaio 2024 e nelle tante dichiarazioni rilasciate dal sindaco si rileva chiaramente come non ci sia stata alcuna concertazione con il territorio. Anche gli Uffici regionali preposti, a seguito di un accesso agli atti del Wwf Abruzzo, hanno attestato di non essere stati coinvolti per l’elaborazione del nuovo perimetro".
A supporto di quanto evidenziato, il Wwf ha citato, nella nota inviata al Governo, "diverse sentenze della Corte costituzionale che hanno dichiarato illegittime varie norme introdotte da leggi regionali che hanno modificato la perimetrazione di parchi e riserve.Una di queste riguarda proprio un’altra legge dell'Abruzzo, quella con la quale questo governo regionale ha provato a ridurre il confine del Parco Regionale Sirente Velino, legge impugnata e considerata illegittima dalla Corte costituzionale con sentenza numero 235/2022".
Altro elemento segnalato è "la grave riduzione della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi oggi espressamente garantita dalla presenza della riserva e che invece, con la riduzione del perimetro della stessa viene meno. Il Wwf non ha dimenticato di richiamare l’obiettivo riportato anche nella Strategia Europea della Biodiversità che ha stabilito il raggiungimento entro il 2030 di almeno il 30% di territorio efficacemente protetto".
Inoltre, si evidenzia come l’affermazione riportata nella Legge regionale: “Il presente articolo non comporta oneri a carico del bilancio regionale”, non sia del tutto veritiera. Infatti, per la redazione del Piano di assetto della Riserva, ormai giunto alla fase conclusiva dell’iter di approvazione, sono stati stanziati 250mila euro. Ma avendo il Consiglio regionale rivisto totalmente il perimetro della Riserva riducendolo del 98% e portandolo a soli 24,7 ettari, è del tutto evidente che si dovrà provvedere alla redazione di un nuovo Piano che comporterà necessariamente degli altri costi".
Infine "nella scarna relazione che ha accompagnato l’emendamento è stata riportata in maniera maldestra la dicitura “a nord e a sud si ribadiscono gli attuali confini”, ma così non è. Tale indicazione ha quindi indotto in errore i consiglieri chiamati a votare l’emendamento che hanno ritenuto che i confini della fascia costiera a nord e sud della riserva non sarebbero stati modificati". 12 feb. 2024
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