Orso ucciso a fucilate, il colpevole confessa: 'Colpo accidentale'.  Rischia fino a 2 anni di carcere

L'Aquila 19 settembre '14 - Una volta alle strette si è assunto la responsabilità dell'uccisione dell'orso marsicano rinvenuto morto il 12 settembre scorso.

Si tratta di Antonio C., 61 anni, dipendente Anas residente a Pettorano sul Gizio (L'Aquila), già indagato, messo davanti ai chiari, precisi e concordanti indizi raccolti dal Nucleo investigativo di Polizia ambientale e forestale (Nipaf) di L'Aquila. Nel pomeriggio l'uomo, assistito dall'avvocato di fiducia, ha iniziato a collaborare con gli inquirenti ed ha reso spontanee dichiarazioni davanti al pubblico ministero, assumendosi la responsabilità di aver cagionato, accidentalmente, la morte dell'orso. La versione del fortuito colpo di arma da fuoco esploso dall'uomo nella notte dell' 11 settembre, dovrà essere confrontata con il quadro probatorio ricostruito dalla polizia giudiziaria. Per il gesto commesso l'indagato rischia una condanna da 4 mesi a 2 anni di carcere. I reati che gli vengono attualmente contestati dalla Procura di Sulmona sono di uccisione di animali e violazione delle norme sulla caccia. Alcuni giorni prima della morte dell'animale l'uomo aveva subito danni alla sua proprietà e ai suoi animali da parte di un orso. "Ho sparato per tutelare la mia famiglia", avrebbe fatto presente. 

Il capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone, ha immediatamente informato il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, e il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, "del brillante risultato raggiunto dalla Forestale". Patrone si è anche complimentato con il comandante provinciale di L'Aquila, Nevio Savini, "per la professionalità dimostrata nelle indagini, che ha portato a chiudere il caso in pochissimo tempo". E' la prima volta in Italia che si riesce ad individuare il responsabile della morte di un orso.

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