Tragedia Rigopiano. Porto' fiori al figlio morto: condannato
Quel gesto d'amore gli è costato... Alessio Feniello, padre di Stefano, una delle 29 vittime dell'Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), distrutto da una valanga il 18 gennaio 2017, ha ricevuto la notifica di un decreto penale emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pescara con il quale viene condannato al pagamento di una multa per aver violato i sigilli giudiziari dell’area interessata dalla slavina. Il 57enne, su Facebook, pubblica il provvedimento. Dalle carte, si legge che Feniello ha violato, il 21 maggio 2018, i sigilli apposti per delimitare il perimetro dove è avvenuta la tragedia, la più grave causata da una valanga in Italia dal 1916. 

Feniello, originario del Salernitano, sui social, dopo aver ricevuto la notifica della sentenza, spiega di essersi "recato a Rigopiano a portare dei fiori dove hanno ucciso mio figlio". Secondo l’accusa, invece, si è introdotto "abusivamente" nonostante "ripetute diffide ed inviti ad uscirne rivoltigli da appartenenti alle forze dell’ordine addetti alla vigilanza del sito". Da qui, la condanna a "50 euro di multa e due mesi di reclusione", questi ultimi, poi, convertiti in 4.550 euro di multa. Intanto, il suo avvocato, Camillo Graziano del foro di Teramo, annuncia l’opposizione al decreto penale di condanna che "presenteremo il 18 gennaio, nel giorno della morte di Stefano". Che aveva appena 28 anni. 
09 gennaio 2019 

Nella foto Alessio Feniello

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