Rocca San Giovanni. Pulci su un gatto e il sindaco ordina: 'Non alimentare i felini randagi'. Polemiche... nazionali

Pulci su un gatto che vaga nel territorio di Rocca San Giovanni (Ch) e il sindaco vieta, con un provvedimento che "ha il carattere della straordinarietà e dell’urgenza", di dar da mangiare ai randagi. E sono indignazione, insulti e polemiche contro il Comune. Soprattutto sui social. 

L'ordinanza è del 4 settembre scorso ed è a firma del primo cittadino, Giovanni Di Rito. "Da analisi svolte dal Servizio veterinario della competente Asl2, richieste da questo ente a seguito di segnalazione di cittadini, su un campione prelevato da un felino vagante nel centro storico, -dice il documento - risulta che nella predetta località è presente il parassita “Ctenocephalides canis”, noto come pulce del cane che può infestare anche gatti". 

"La sopra detta situazione - aggiunge - sta determinando gravi e pericolosi disagi alla popolazione residente, sotto il profilo igienico- sanitario, tanto da avere già reso necessarie operazioni di disinfestazioni private, all’interno ed esterno di abitazioni, e aree pubbliche, presso un vicolo particolarmente interessato dalla problematica. Precisato che le pulci possono trasmettersi ad altre specie animali ed anche all’uomo, provocandogli disagi vari nonché possono essere vettori di diverse malattie...; considerato che nel centro storico sono presenti colonie feline regolarmente censite dal Servizio Veterinario nonché è diffusa l’abitudine di fornire cibo anche in punti diversi;... dispone a tutela della salute pubblica, il divieto temporaneo di alimentare i gatti vaganti nel centro storico di Rocca San Giovanni, anche facenti parte di colonie feline regolarmente censite dalla Asl". Il divieto ha "la durata di 90 giorni, dalla sua efficacia, fermo restando la possibilità di proroga". I vigili urbani sono stati incaricati dei controlli e sono previste multe da 25 a 500 euro.

Direttive che hanno fatto sobbalzare le associazioni che si occupano della tutela degli animali, anche nazionali, che definiscono il "piccolissimo comune della provincia di Chieti, in Abruzzo, con poco più di 2.000 anime", "luogo dello scandalo". In campo, tra gli altri, gli Animalisti volontari di Pescara che ritengono "illegale l’ordinanza".  E precisano che la pulce del cane è "parassita diffuso in tutto il globo terrestre, non solo lì. Premesso che le pulci adulte, senza la possibilità di alimentarsi muoiono in circa 12 giorni ma nello stadio di pupa possono rimanere vive anche fino ad 1 anno senza nutrirsi ed aspettando le giuste condizioni per uscire; evidenziato che esistono antipulci efficaci per proteggere non solo l’animale ma anche l’ambiente nel quale vive; ravvisata la necessità, una volta trattati gli animali, di disinfestare i luoghi in cui stazionano.... Ci si può avvalere, anche in questo caso, di detergenti e antiparassitari anche a base naturale che esercitano un importante effetto barriera da sgraditi ospiti e non risultano pericolosi sia per l’uomo che per gli altri animali. Nel caso dovessero infestare l’uomo, basterebbe una doccia calda per liberarsene… La cura dei gatti liberi sul territorio e le colonie feline - viene poi puntualizzato - sono, per legge, una sua precisa responsabilità". Proteste, anche da parte di altre associazioni e minacce di denunce e ricorsi alla magistratura.

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