Tragedia Rigopiano. Portò fiori al figlio morto: assolto papà Feniello

Si era introdotto nell’area sequestrata dell’Hotel Rigopiano per lasciare fiori nel luogo in cui è morto il figlio Stefano, sotto una valanga il 18 gennaio 2017. Finito sotto processo, è stato ora assolto. Chiude così il tribunale di Pescara la vicenda che ha coinvolto il padre di Alessio Feniello riconoscendo per lui la tenuità del fatto e, quindi, la non punibilità di un gesto che, in effetti, non può essere considerato offensivo.

I fatti. Il 21 maggio 2018 i coniugi Feniello entrano nell’area, sottoposta a sigilli giudiziari, che delimitano le macerie dell'albergo distrutto dalla slavina, con 29 vittime. Un posto che ha visto anche gesti ritenuti "profanatori", verificatisi nella precedente Pasquetta, quando "diverse persone si erano infilate nell'area per fare picnic, partite di calcio, foto ricordo e addirittura per asportare macerie come souvenir", dichiara il difensore di Feniello, Camillo Graziano. Lì depositano fiori. Vengono bloccati dai carabinieri in uno degli accessi. Alla fine vengono fatti entrare ma segue una segnalazione alla Procura, che decide subito di archiviare nei confronti della moglie, considerata la tenuità del fatto, ma di procedere invece nei confronti del marito. La Procura di Pescara chiede 3 mesi di condanna, il giudice Marina Valente assolve. Annullata anche la multa di 4.550 euro che gli era stata comminata. 

"Giustizia è stata fatta, - dice Feniello - ma solo in parte: adesso spetta a mio figlio. Ora pensino alle cose serie". 04 marzo 2021

Alessandro Di Matteo

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