Ragazze adescate e fatte prostituire in centri massaggi. A Pescara attività sotto sequestro

Ragazze italiane adescate, anche sul web, con offerte di lavoro a tempo indeterminato (buste paga da 2.500 euro al mese) e poi invece 'addestrate' alla prostituzione e sfruttate sessualmente nei centri massaggi tantrici che pubblicizzavano pratiche olistiche in città italiane di cinque regioni (Marche, Abruzzo, Puglia, Emilia Romagna e Lombardia). 

L'operazione "Vishudda", partita da Ancona nel 2017 e che prende nome dell'esercizio sequestrato, nel capoluogo marchigiano, in via strada vecchia del Pinocchio, ha portato all'arresto di marito e moglie della provincia di Foggia: Nunzio Michele Acella, 40 anni, finito in carcere, e Maria De Vicenzo, 36 anni, ai domiciliari. Per gli investigatori della Mobile di Ancona erano loro a coordinare i centri in cui i massaggi finivano con l'happy end.

Cinque le misure cautelari eseguite: oltre ai due arresti anche obbligo di dimora per tre signore che gestivano altrettanti centri; mentre un'altra donna è indagata a piede libero. Contestati reati che vanno dal favoreggiamento e sfruttamento fino all'induzione alla prostituzione in concorso. Gli immobili che ospitavano i centri sono stati sequestrati. Oltre ad Ancona le attività erano situate a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), Curtatone (Mantova), Bologna, Faenza (Ravenna), San Giovanni Marignano (Rimini), Pescara, Barletta e Foggia. Una cinquantina le ragazze, tra i 20 e i 30 anni che lavoravano e si prostituivano, senza costrizioni, nei nove centri. La polizia ne ha identificate 15 ma sono in corso accertamenti per risalire anche alle altre.

Il massaggio durava circa un'ora e il cliente pagava in anticipo 100 euro di cui, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, 40 andavano alla ragazza e 60 ai presunti gestori, moglie e marito. Negli annunci pubblicati anche su diversi siti Internet, si garantiva "massima serietà e personale altamente qualificato". "Le ragazze venivano reclutate tramite annunci di lavoro - hanno spiegato in Questura ad Ancona - e assunte perlopiù come segretarie; ma poi facevano altro. La selezione veniva fatta dall'arrestato". L'attività avrebbe fruttato ai coniugi circa 30mila euro al mese. Chiamavano 'cabine' le stanze degli incontri.

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