Pescara. Morto l'editore Ubaldo Giacomucci. 'Ha distribuito poesia e cultura'

"Gentile e intelligente. L'editore, che ha creduto nella nostra poesia... Disponibile e attento, di animo buono e comprensivo. Professionale. Sempre autentico, all'avanguardia, libero dalle convenzioni che vorrebbero intrappolare l'arte all'interno di sistemi estranei e stranianti. Sempre pronto a difendere la libertà di pensiero altrui. Chi semina così, non potrà mai morire...". 

Pescara piange l'editore Ubaldo Giacomucci, 60 anni il prossimo 4 settembre, deceduto in ospedale dove era ricoverato da giorni. Era, da una vita, direttore editoriale di "Tracce", con cui, insieme alla presidente Nicoletta Di Gregorio, ha curato e pubblicato migliaia di libri, dando spazio a talenti e a giovani autori. "Una cooperativa - ricorda il giornalista Luigi Di Fonzo - nata negli anni Ottanta -. Eravamo in nove all'inizio. Fu una meravigliosa esperienza". 

"Come Marco Tornar e Paolo Pablo Sax Sponsilli, Ubaldo era un angelo della nostra città, un poeta e un intellettuale di enorme sensibilità che per anni ha distribuito poesia e cultura", scrive Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione comunista, in un accorato post a cui affida considerazioni e ricordi -. E' stato un editore di grande valore e pieno di passione. Era popolare e di avanguardia. Non a caso ci aiutò negli anni '80 a fare la rivista Spleen e in tante altre iniziative più o meno underground. Mi fece conoscere una quantità enorme di autori, da Mario Perniola a Klossovsky, da Robbe-Grillet ai poeti sperimentali. Condividevamo l'interesse per Debord e ricordo, qualche anno dopo, quando mi disse che avrebbe pubblicato con Tracce la monografia di Anselm Jappe (allora sconosciuto) sul fondatore dell'Internazionale Situazionista. Vorrei ricordarlo anche come editore di un altro grande intellettuale e amico della nostra città scomparso da anni - Gianfranco Graziani - di cui pubblicò il bellissimo libro sul cinema dei telefoni bianchi. Era profondamente legato al territorio, alla nostra città e alla nostra regione. Ma questo non ne faceva per nulla un intellettuale di provincia. Era aggiornatissimo e con relazioni nazionali, anzi planetarie. La sede delle edizioni #Tracce - prosegue - era nella mia via e per me la chiacchierata con Ubaldo era un'abitudine quotidiana. C'era sempre da imparare o da raccontarsi. Negli ultimi anni ci siamo visti poco, ma ho sempre saputo che da qualche parte c'era Ubaldo all'opera".  

Centinaia i ringraziamenti e i saluti, anche di tanti autori, aulla sua pagina Facebook.   15 mar. 2021

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