Nel paese della “tolleranza, dell’accoglienza e della pace”. E’ stata ospite questa mattina ad Orsogna, Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, perché in questo centro della provincia di Chieti, durante le persecuzioni nazi-fasciste dell’ultima guerra mondiale, la popolazione, aiutata anche dal podestà dell’epoca che forniva loro documenti falsi, nascose e salvò più di trenta ebrei.

Uno di essi, scampato ai lager, è Bruno Laufer, allora bimbo di circa 4 anni, internato: con i genitori trovò accoglienza nelle famiglie del posto, in cui rimase per diversi mesi. Lui è ora suocero di Di Segni, vive a Roma e, tornando ad Orsogna,  - afferma - “ se ho avuto figli, nipoti e pronipoti e una lunga esistenza lo devo agli orsognesi”. Una cerimonia del ricordo, nella pineta del paese, a cui la comunità ebraica ha donato una stele e un albero d’ulivo, simbolo di pace, giunto da Gerusalemme. A fare da padrone di casa il sindaco Ernesto Salerni, accompagnato da altri amministratori dei centri vicini e da Vittorio Pace, che è stato il promotore della cerimonia. Presenti anche il parroco, Giuseppe Liberatoscioli, con le sue memorie storiche; gli scolaretti e l’Orchestra degli studenti di Orsogna.

“E’ commovente - dice ad Abruzzolive.tv, Di Segni - stare qui e vedere tutti questi ragazzi, perché, di questa giornata, ognuno di loro si porterà una goccia di memoria nel cuore”. Con lei il Comune sta preparando  diverse iniziative, come il premio nazionale giornalistico "Rocco Trentini" sui temi della solidarietà e  dell'accoglienza. 17 feb. 2023

Servizio di Serena Giannico e Massimiliano Brutti

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