Lanciano. Spaccio coca e crack. Rito abbreviato per 10 imputati

Operazione antidroga "Numero uno": dei 20 imputati 10 accedono al rito abbreviato, con udienza fissata per l’8 marzo prossimo; poi a processo ordinario vanno altri cinque.

Il gup del tribunale di Lanciano, Giovanni Nappi, pm Serena Rossi, ha anche condannato, a 2 mesi di reclusione e 2 mila euro di multa, Federico Di Nenno, per reato in continuazione, e ha applicato la "messa alla prova" per William Pace. L'istituto di messa alla prova, individuabile all’articolo 168-bis e seguenti del codice penale, prevede, la sospensione del processo, il risarcimento di un danno eventualmente cagionato e lo svolgimento, in forma gratuita, di lavori socialmente utili. 

Per difetto di notifica è stata stralciata la posizione di Dennis Di Biase. Al giudizio abbreviato vanno Ciro Iengo, Alessio Fanci, Gasperino Trivilini, Gabriele Iacovella, Nazario Boscarino, Andrea Pierini, Bruno Tosuni, Giuseppe D’Urso, Renato Tosuni, Antonio Costabile. Processo ordinario invece per  Federico Irollo, Andrea Toppi, Giuseppe De Benedetto, Gennaro Gargiulo, Rubel Toribio, Camillo Musa, Franco Montebello.

Lo scorso 5 dicembre sono scattate nove ordinanze cautelari per spaccio a Lanciano e dintorni, specie cocaina e crack, con sequestro di 230 grammi di vario stupefacente, piante di cannabis, sostanze psicotrope e psicofarmaci. Secondo i riscontri dell’indagine del commissariato frentano l’organizzazione era ben oliata tanto che con spavalderia si definivano i “Numero uno” dello spaccio sul mercato frentano.

Furono cinque agli arresti domiciliari e i restanti con obbligo di dimora e di presentazione. Gli accertamenti della polizia presero avvio dopo l’arresto, il 22 dicembre 2018, di Federico Irollo e di suo genero Ciro Ienco, napoletani d’origine, ritenuti al vertice dell’organizzazione e condannati per il primo episodio di detenzione di droga ai fini dispaccio, rispettivamente a 6,8 e 6 anni di reclusione.

Ora sono imputati anche in questo successivo troncone d’inchiesta. La peculiarità dell’illecita attività è stata introdurre sul mercato direttamente la cocaina cotta, sia per l’ottima qualità che per metodologia di preparazione utilizzando eccipienti come ammoniaca, bicarbonato e mannite, caratteristica delle organizzazioni criminali di stampo camorristico. Per qualità la cocaina in arrivo da Napoli veniva definita "la bomba", oltre un chilo fino a 2.500 euro, e ottima pure l’hashish venduta a 15 euro la dose. 

Walter Berghella 

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