Omicidio Cianfrone. Domani i funerali a Mozzagrogna. Quattro i colpi sparati. I coniugi arrestati si dichiarano innocenti

Si svolgeranno domani, alle 15, nella chiesa parrocchiale di Mozzagrogna (Ch), i funerali del maresciallo dei carabinieri Antonio Cianfrone, 50 anni, ucciso il 3 giugno scorso sulla pista ciclabile di Pagliare del Tronto, nel comune di Spinetoli (Ap). 

A dare l'annuncio la compagna Tiziana, l'ex moglie Emilia, i figli Luca e Manila, le sorelle Sandra e Francesca. Il feretro muoverà dall'ospedale "Mazzoni" di Ascoli Piceno, dove ieri si è svolta l'autopsia terminata in serata. Dall’esame è stato confermato che a raggiungere la vittima, mentre faceva jojjing, sono stati quattro colpi, tre dei quali esplosi alle spalle e sono quelli risultati micidiali. Non è da escludere che dopo essere stato raggiunto dal primo proiettile frontalmente, Cianfrone, che è originario di Mozzagrogna e che è stato vice comandante della stazione dei carabinieri di Monsampolo, possa aver tentato di sfuggire all’agguato e trovare riparo. Oppure che possa essere stato colpito mentre era già a terra. Per stabilire le esatte traiettorie e ricostruire la dinamica dell’omicidio, la Procura potrebbe disporre nei prossimi giorni un esame balistico.

Intanto si professano innocenti, Giuseppe Spagnulo e Francesca Angiulli, i coniugi che da martedì scorso in carcere con l’accusa di aver compiuto l’omicidio. Moglie e marito - la prima rinchiusa nel carcere di Castrogno e il secondo nella casa circondariale di Marino del Tronto - hanno incontrato il loro difensore di fiducia, l’avvocato Alessandro Angelozzi, al quale hanno entrambi confermato di essere totalmente estranei ai fatti.

Nel provvedimento vengono, tra l'altro, riportati fotogrammi catturati dalle telecamere degli impianti di videosorveglianza presenti nelle zone limitrofe a quella dell'assassinio: dal momento in cui la coppia sarebbe uscita da casa fino a quando non si sarebbe data alla fuga. Ci sono poi le testiomonianze raccolte subito dopo l’agguato. E ad inchiodare i due sarebbero i tabulati telefonici: dai dati delle celle dei ripetitori, verrebbero infatti collocati proprio nell'area dell’omicidio. Ma loro rigettano ogni accusa, anche se non hanno ancora fornito un alibi. Saranno ascoltati dal giudice nelle prossime ore. 

Che tra i due fermati e il carabiniere i rapporti si fossero incrinati da tempo è stato accertato ma resta da capire se la situazione, già grave, sia precipitata fino ad arrivare ad armare la mano dei coniugi. 

Tra l'altro manca ancora l'arma del delitto, che non è stata trovata. Ieri mattina, i carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Ascoli hanno effettuato un nuovo sopralluogo nei pressi dell’abitazione della famigliasott'accusa e si sono recati anche nel deposito comunale dove lavorava Spagnulo. La pistola, che si ipotizza possa essere una a tamburo, dal momento che non sono stati rinvenuti bossoli, viene cercata con l’ausilio del metal detector tra i campi e con l’impiego dei sommozzatori della Guardia costiera che hanno perlustrato alcuni canali presenti nei pressi della pista ciclabile. 

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