Omicidio Anna Maria D'Eliseo. Terzo no in pochi mesi alla scarcerazione di Di Nunzio

La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta di scarcerazione dell’ex ispettore dei vigili del fuoco Aldo Rodolfo Di Nunzio, 72 anni, di Lanciano (Ch), che per la terza volta ha provato a tornare in libertà o agli arresti domiciliari.

La decisione dei giudici della Suprema Corte è stata resa nota stamani ma non si conoscono le motivazioni. Di Nunzio, che resta detenuto nel carcere di Teramo, è accusato di aver strangolato con fili elettrici la moglie Annamaria D’Eliseo, 60 anni, collaboratrice scolastica, il 15 luglio 2022 nella cantina dell’abitazione in località Iconicella. La vittima aveva un solco sul collo di 2,5 millimetri. 

La remissione in libertà dell’imputato era già stata respinta dalla Corte d’ Assise di Lanciano, lo scorso 14 maggio, e successivamente, il 7 giugno, dal tribunale del Riesame dell’Aquila, contro cui c’è stato l’ultimo ricorso in Cassazione presentato dai difensori Alberto Paone e Nicola De Fuoco.

Ieri durante la discussione in presenza in Cassazione anche il procuratore generale aveva chiesto il rigetto del ricorso a seguito di una valutazione di fatto, più che di legittimità. Nei due precedenti ricorsi respinti i giudici avevano fatto leva soprattutto sul rischio di reiterazione del reato, argomento sempre respinto dalla difesa in considerazione del fatto che Di Nunzio è stato arrestato dopo 18 mesi dal presunto delitto ed è sempre stato solo in casa. La difesa ha così presentato ricorso per la terza volta ritenendo la mancanza di elementi probatori e la reiterazione di reati violenti, oltre agli esiti contrastanti delle perizie foniche sull’audio della telecamera di sorveglianza esterna all’abitazione.

Nuova udienza, per il delitto, in Corte d’Assise a Lanciano l’11 ottobre quando saranno sentiti i 5 figli dell’imputato e il genetista del Ris, Giovanni Sechi. L’imputato, che risponde di omicidio volontario aggravato dal rapporto di coniugio, era stato arrestato (vedi foto) lo scorso 11 gennaio proprio a seguito della perizia fonica disposta dal procuratore capo di Lanciano Mirvana Di Serio, il cui consulente Cristian Franciosi ha isolato nei 6 secondi dell’audio una voce di donna che grida “No, lasciamo”, mentre il consulente di parte Marco Perino ha isolato l’audio, modificato di 6 toni verso l’alto, dove si sente una voce maschile “Guarda me”. 06 set. 2024

WALTER BERGHELLA

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