Rimane ancora un mistero il decesso della collaboratrice scolastica Annamaria D’Eliseo, 60 anni, di Lanciano (Ch), trovata senza vita nella cantina – garage, esterna alla villa di famiglia (nella foto), lo scorso il 15 luglio.
A 10 mesi dalla scoperta della salma nella dependance, in località Iconicella, i contorni d’indagine restano foschi. Suicidio per impiccagione oppure omicidio sono le ipotesi che devono essere dipanate: vengono entrambe ritenute possibili. Il marito Aldo Rodolfo Di Nunzio, 71 anni, ex vigile del fuoco, resta accusato di omicidio volontario, a piede libero. E’ stato lui, quel giorno, ad allertare le forze dell'ordine dicendo di aver trovato la moglie priva di vita. La Procura di Lanciano è ancora a caccia di riscontri. Nei giorni scorsi i pm Serena Rossi e Francesco Carusi hanno provato ad accelerare le indagini. Difatti, è stato disposto un terzo sopralluogo da parte dei carabinieri frentani che hanno di nuovo passato in rassegna la cantina, ancora sotto sigilli, e prelevato altri cavi elettrici che sono stati sequestrati e che andranno analizzati. Proprio un cavo elettrico sarebbe indicato come il cappio che avrebbe stretto mortalmente la gola della vittima. Un filo elettrico era infatti attorcigliato al collo di lei nella rimessa da cui il marito ha allertato i carabinieri.
Al nuovo sopralluogo era presente il difensore di Di Nunzio, il legale Claudio Nardone, che completa il collegio di difesa con l’avvocato Fiorenzo Cieri. Ancora da capire il ruolo di una scala a forbice, presuntivamente utilizzata per compiere il gesto estremo. “La Procura prova a fare chiarezza sulla vicenda, cercando una valutazione più definitiva, anche perché il mio assistito è sui carboni ardenti da quasi un anno", dice l’avvocato Nardone. Nel frattempo è rientrata la perizia medico legale, affidata all’esperto Cristian D’Ovidio, che è molto complessa in quanto continua ad evidenziare sia la possibilità del suicidio che quello, certamente più gravoso, dell’uxoricidio. Si attendono inoltre gli esiti degli accertamenti tecnici irripetibili iniziati lo scorso 6 dicembre nella sede del Ris di Roma, nella caserma “Salvo D'Acquisto” in viale di Tor di Quinto, su tutti i reperti rinvenuti all’interno del garage. Lo scorso fine settembre, la Procura aveva disposto anche il sequestro di un pezzetto di filo elettrico trovato tra i capelli della donna in sede di autopsia, effettuata all’ospedale di Fermo; inoltre venne effettuato un prelievo per l’esame del dna al marito. Da conoscere anche l’esito degli approfondimenti tossicologici: si è sospettato pure la sedazione della donna.
Nel secondo sopralluogo nel garage, a fine agosto 2022, non sarebbe stato trovato con certezza neppure il punto dove la donna avrebbe potuto infilare il filo elettrico per togliersi la vita. Tutta colpa di una ragnatela intatta che copriva la sospetta pignatta rotta indicata come punto adatto per alloggiarlo. Ma altri possibili punti ci sono come il gancio della lampadina, altri fili di ferro e chiodi conficcati al muro. Per l’indagato il consulente tecnico è Riccardo Di Tanna, mentre Ildo Polidoro segue i cinque figli della vittima, patrocinati dall’avvocatessa Elisabetta Merlino. Il giallo va chiarito in breve tempo perché i pm Rossi e Carusi a settembre andranno via, trasferiti rispettivamente a Velletri e Macerata. 31 mag. 2023
WALTER BERGHELLA
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