Pescara. Luigi Giacomo Passeri, da un anno in carcere in Egitto. 'Ammanettato a letto, maltrattato e derubato'
“Ora sono qui… Me la sono passata molto male. All’inizio i poliziotti mi hanno derubato di tutto, maltrattato… Ma serio! Mi sono dovuto operare, ho passato giorni ammanettato a letto con 6 agenti che mi odiano e mi molestano di continuo, mi lavavano buttandomi bottiglie d’acqua sulla ferita aperta, che è dovuto intervenire il medico. E lo hanno forzato a farmi uscire dall’ospedale il terzo giorno dopo l’operazione per portarmi in centrale, dove c’erano solo loro e mi hanno tenuto in una stanza con 40 gradi, merda e piscio ovunque, facendomi dormire a terra, ammanettato nonostante ero chiuso lì dentro (ho perso sensibilità dell’indice e del pollice della mano destra). L’unica cosa che mi hanno lasciato di mio sono le mutande che avevo addosso… È stato traumatizzante frà… Giuro! Ora sto meglio”.
 
Poche righe, scritte in stampatello con le quali Luigi Giacomo Passeri, 31 anni, originario della Sierra Leone, giunto con la famiglia a Pescara nel 1997 e rinchiuso da ormai 10 mesi al Badr, il carcere del Cairo, in Egitto, per detenzione di una modica quantità di marijuana per uso personale, è riuscito a scrivere nello scorso mese di giugno al fratello Andrea. È uno dei pochi messaggi che hanno raggiunto la famiglia di Luigi in questi mesi. Famiglia, che non ha contatti diretti con lui dal 28 agosto 2023. C'è solo questa lettera, nella quale si riesce a inquadrare perfettamente le pessime condizioni che il giovane subisce in cella.
 
“Da agosto scorso non siamo mai riusciti a vederlo e neppure a sentirlo – riferisce Andrea ad Abruzzolive.tv -. Eppure, ci abbiamo provato, tramite l’Ambasciata italiana che si trova al Cairo, tramite un costosissimo avvocato che abbiamo trovato da quelle parti e tramite conoscenti…”.
L’accusa da parte delle autorità egiziane nei confronti di Passeri è di detenzione e traffico di stupefacenti e di far parte di una rete di spaccio per venderli sul mercato locale. Lui, che vive in Inghiterra, dove fa il pizzaiolo e l'intrattenitore, è andato nel Paese delle Piramifdi in viaggio. La famiglia, che è venuta a conoscenza due settimane dopo del suo arresto, avvenuta poche ore prima che Luigi salisse su un volo diretto a Londra, parla di modica quantità per uso personale. 
 
“Al di là dei fatti e delle contestazioni che gli vengono mosse - continua Andrea Passeri - alla famiglia, per cui questa vicenda si trascina da quasi un anno ormai, preme sapere che stia bene e che venga curato in caso di necessità e trattato come un essere umano. Finora, su questa vicenda, abbiamo riscontrato disinteresse generalizzato. Ora speriamo che le istituzioni siano più presenti e si mobilitino. Abbiamo avuto, sporadicamente e raramente, qualche stralcio di lettera, che è riuscita a farci arrivare di nascosto. Circa un mese e mezzo fa l’altro fratello che sta Roma, Marcantonio, tramite Ambasciata, ha fatto richiesta di andare a visitarlo, siamo in attesa di risposta”.
 
Ieri al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è stata chiesta un'informativa urgente “su un detenuto italiano che, da più di 10 mesi, non riesce nemmeno a sentire i suoi familiari”. “Chiediamo che la Farnesina faccia al più presto quello che deve. Tajani può e deve accertare come sta quel ragazzo e pretendiamo che l'estradizione sia una di quelle misure che il nostro Paese chiede. Non è possibile che questo Governo lo faccia solo per degli ergastolani, magari andando in aeroporto ad accoglierli". Lo ha detto, in aula alla Camera, il deputato di Avs, Marco Grimaldi, facendo riferimento a quanto accaduto con Chico Forti. Alla richiesta si sono associati i deputati Riccardo Magi (+Europa) e Laura Boldrini (Pd), presidente del comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo. Entrambi rimarcano la necessità di interessarsi ad un ragazzo "detenuto in Egitto in condizioni drammatiche e in condizioni di salute estremamente precarie e che non ha minimamente consapevolezza di cosa gli stia accadendo perché non riesce nemmeno a comprendere cosa avviene nelle udienze". Perché è in corso anche il processo a suo carico.
 
Passeri, che è il più piccolo di cinque fratelli, nati in Africa, a Freetown, capitale della Sierra Leone, dove il padre ingegnere, originario di Pescara, si era trasferito per lavorare, ha annunciato in un ultimo messaggio fatto recapitare ai suoi, l'inizio, in questi giorni, dello sciopero della fame.  11 lug. 2024
 
FILIPPO MARFISI
 
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