Lanciano. Spaccio di cocaina à gogo: cinque nei guai. Arrestato collaboratore di giustizia
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Fiumi di cocaina, per un giro d'affari di 15mila euro al mese.

Una banda di spacciatori, coadiuvata da un collaboratore di giustizia campano, A.P., di 43 anni, che cercava di esporsi il meno possibile e che godeva di particolari tutele da parte dello Stato, è stata ora smantellata dai carabinieri della compagnia di Lanciano (Ch), guidata dal capitano Vincenzo Orlando. E l'operazione è stata denominata "Doppio gioco" proprio perché il capo, mafioso della camorra che vive in città sotto copertura e sotto falso nome e che è stato adesso arrestato, da un lato beneficiava di protezioni e dall'altro si dava da fare con la droga, ceduta ad una vasta clientela, principalmente di Lanciano.

Le indagini - spiegano le forze dell'ordine - hanno consentito di individuare un’attività criminosa dedita alla detenzione ed allo smercio di cocaina, posta in essere principalmente dal destinatario della misura cautelare e da altri quattro indagati, che dovranno rispondere, a vario titolo, di detenzione e spaccio di stupefacenti. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del tribunale di Lanciano, Massimo Canosa. Complessivamente l'attività investigativa ha portato a tre arresti, di cui due eseguiti nelle ultime ore e a due segnalazioni alla magistratura e al recupero di mezzo chilo di cocaina, pari a  circa mille dosi. 

Gli accertamenti hanno avuto inizio nel mese di febbraio scorso, attraverso controlli, mediante riprese video e dispositivo gps installato a bordo della macchina in uso ad alcuni dei sospetti, e contestuali servizi di osservazione e pedinamenti, poi ampliati con attività di intercettazione di 10 telefonini.

Lo spaccio avveniva davanti a un locale pubblico di Lanciano. "Un’articolata attività info-investigativa - viene ancora sottolineato - condotta dal Nucleo operativo e radiomobile, agli ordini del sottotenente Giuseppe Nestola, ha permesso di accertare, inconfutabilmente, la cessione quotidiana, di piccole dosi, ad opera del collaboratore di giustizia, il quale si avvaleva dell’appoggio di altri, anch’essi ora nei guai, per farsi "custodire" la droga, evitando di tenerla nella propria abitazione. In soli quattro mesi, e nonostante il periodo di lockdown, sono stati individuati circa 50 acquirenti, e un volume di affari di 15.000 euro mensili. 

Ieri i carabinieri frentani, supportati dai cani antidroga delle Unità cinofile del Comando provinciale di Chieti, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del 43enne e a perquisizioni domiciliari nelle case di altri tre, ossia di F.G., 35 anni; di M.B., di 45 anni e di A.R., una 46enne nel cui appartamento sono stati rinvenuti 6 involucri con complessivi 160 grammi di cocaina nascosta nel controsoffitto. Per lei sono scattate subito le manette, in flagranza di reato.

Nell’abitazione di P.A. i carabinieri hanno invece scovato due bilancini di precisione, una katana giapponese affilatissima con lama di 27 centimetri ed uno scanner per il rilevamento delle microspie.  

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