Operazione antidroga di polizia "Numero Uno": i primi dieci riti abbreviati, dinanzi al gup del tribunale di Lanciano, Giovanni Nappi, hanno prodotto sette condanne, per quasi 10 anni di reclusione, e tre assoluzioni.
Processo di primo grado che doveva fare chiarezza sul mercato dello spaccio a Lanciano e comuni limitrofi e con grandi quantità di cocaina, di primissima qualità e definita una bomba, che giungeva da Napoli. Il 5 dicembre 2019 scattano 9 provvedimenti cauteri, firmati dal gip Massimo Canosa, e gli imputati totali sono 20. Lo scorso 8 marzo il pm Francesco Carusi aveva chiesto pene complessive per 21 anni. Al processo la difesa ha provato in ogni modo a scardinare l’impianto accusatorio, riuscendoci per parte degli 80 capi di imputazione. Queste le pene: 2 anni e 8 mesi di reclusione e 10 mila euro di multa ciascuno per Ciro Iengo, difeso da Vincenzo Romano, e Nazario Pio Boscarino (avvocato Maria Rosaria Pedullà); 2 anni e 2 mesi e 4 mila euro di multa per Gabriele Iacovella, assistito da Gaetano Pedullà; Gasperino Trivilini (difeso da Sandro Sala) ha avuto un anno e 2 mesi e 4 mila di multa; 10 mesi e 3 mila di multa per Andrea Pierini (svvocato Paolo Di Ienno); per Bruno Tosuni 2 mesi e 20 giorni di reclusione e mille euro ( Domenico Frattura) e per Alessio Fanci pena di 1.500 euro di ammenda (avvocato Massimiliano Sichetti). Per Iengo la condanna ha avuto il vincolo della continuazione con un precedente pronunciamento della Corte d’ Appello. Assolti Antonio Costabile (Mauro Vastano), Giuseppe D'Urso (Gaetano Pedullà) e Renato Tosuni (Roberto Bianco) con trasmissione degli atti in Prefettura per la riqualificazione di illecito amministrativo.
Il nome dell’operazione prese spunto dalla circostanza che due indagati si vantavano per telefono e sui loro profili Faceboock di essere i “Numero uno” dello spaccio di droga sulla piazza frentana. L’inchiesta prese avvio dopo l’arresto, il 22 dicembre 2018, di Federico Irollo e suo genero Ciro Ienco, entrambi napoletani d’origine, ritenuti al vertice dell’organizzazione e già condannati a 6,8 e 6 anni di reclusione. Dal 2017 a gennaio 2019 su Lanciano è giunta una pioggia di cocaina purissima al 96% che veniva cotta dando vita al crack. A dicembre 2019 vennero anche sequestrati 100 grammi di coca, 130 di hashish e piante di cannabis indica pronta per il mercato locale. L’indagine ha documentato 200 cessioni di droga, molte delle quali non provate al processo, a parte l’uso per fini personali, e poi sostanze psicotrope. 31 mar. 2021
Walter Berghella
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