Lanciano, rapina in villa. Il capo dei criminali ha gia' fatto massacri a Frosinone
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Precedenti pesantissimi, per violenza, l’apparente "faccia d’angelo" Alexandru Bogdan Colteanu (foto), il capo banda che, secondo le indagini della Procura di Lanciano e le forze dell’ordine, ha massacrato di botte i coniugi Martelli e reciso il padiglione auricolare alla donna, Niva Bazzan. Spregiudicato e violento. Recidivo. Perché il romeno, 26 anni, l’11 giugno di 5 anni fa massacrò di botte, a sangue, il padre dell’ex sindaco di Frosinone, Michele Marini. Fu malmenato dopo esser stato legato alla sedia e riempito di botte per ore. E dopo due settimane (sembra quasi l’anticipo di quanto verificatosi a Lanciano la mattina del 23 settembre scorso) di nuovo in azione: sempre a Frosinone, in via Marittima, due imprenditore finirono nel mirino di Colteanu, cresciuto a Frosinone come pure suo fratello. Picchiati per farsi confessare dov’erano i soldi e valori. Anche lì, fuga e arresto nel giro di poco tempo da parte della Squadra mobile di Frosinone. Pur avendo condanne per 6 anni a carico, è riuscito a "divincolarsi" fra le maglie della giustizia italiana e a far perdere le proprie tracce. E' scappato, in Umbria, dal centro di recupero dove si trovava.

E' tornato in scena, con la sua violenza, nella notte del 23 settembre scorso quando insieme ai complici, i fratelli Costantin Aurel Turlica, 22 anni e Ion Cosmin Turlica, di 20 e il loro cugino Aurel Ruset, di 25, tutti romeni (foto), ha agto nella villa dei Martelli. Violenza inaudita, strafottenza e spregiudicatezza gli ingredienti dell’operato del Colteanu spalleggiato dai suoi complici. Solo 1.900 euro il bottino della nottata di violenza visto che i coniugi non avevano la cassaforte e l’unico appiglio per non rimanere a secco nell’operazione fu il prelievo in un bancomat con le carte di credito di Carlo Martelli.

Mercoledì i fratelli Turlica e Ruset sono stati fermati a Lanciano, Colteanu invece, già ricercato, è stato arrestato ieri a Casal di Principe, nel Casertano, dove si era rifugiato cercando protezione fra la malavita locale. Portava ancora addosso l’orologio che aveva rubato domenica scorsa nella villa a Lanciano.
Per la Procura di Lanciano sui presunti banditi "sono stati raccolti gravi e concordanti indizi di colpevolezza" per i reati di rapina, sequestro di persona, lesioni gravissime, porto abusivo d'arma. 28 settembre 2018

Alessandro Di Matteo

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